La Copa America del Centenario si è conclusa con la seconda vittoria consecutiva del Cile, cinica nel battere l’Argentina ai calci di rigore. Quella americana è stata una competizione che ha messo in mostra numerosi talenti, ma che ha anche confermato a livello mondiale alcuni giocatori. Tra i protagonisti del torneo non sono mancati giocatori dell’Inter, tra cui Murillo, classificatosi terzo con la sua Colombia, Medel, vittorioso con il Cile, e Banega, prossimo centrocampista nerazzurro, sconfitto in finale con l’Argentina. Chi avrà seguito con occhio vigile le loro prestazioni, sarà stato certamente Roberto Mancini, così da trarre suggerimenti importanti per la loro futura gestione.

Già ammirato in finale di Europa League con il Siviglia, Ever Banega ha riconfermato le sensazioni positive. Nell’Argentina si è ritagliato un posto da titolare in mezzo al campo, dove ha proposto sprazzi di grande calcio. La zona di competenza è quella centrale, con possibilità di incursione, ma anche di provare la conclusione da fuori area, soluzione di cui l’Inter non ha quasi mai beneficiato nella passata stagione. Qualità e quantità non sono passate inosservate, considerando soprattutto la precisione nel passaggio, attestata sul 91,02% (secondo nel torneo), il terzo posto per palloni recuperati (40) ed il nono per contrasti vinti (11). Mancini potrà quindi contare su un centrocampista tosto e di sicuro rendimento, nonché abile pure sui calci piazzati (angoli e punizioni). L’oggettivo è aver aggiunto alla rosa dell’Inter un trequartista di grande spessore, capace di regalare quei lampi in verticale in grado di spaccare le difese.

Come di consueto, Gary Medel è risultato determinante per il Cile. Scivolone in finale a parte, le prestazioni da difensore centrale hanno accontentato tutti, dall’allenatore ai tifosi. Basti pensare che, in coppia con Gonzalo Jara dell’Universidad de Chile, nella fase ad eliminazione diretta, non ha mai subito gol. I numeri esaltano oltremodo l’atipico ruolo, visto che è risultato il quinto giocatore di movimento per palloni recuperati (37), il settimo giocatore per palloni toccati (444), il terzo per passaggi totali (392), riusciti addirittura per il 90,82%. Statistiche che dovranno far riflettere Mancini che, in mezzo alla difesa, non l’ha mai adoperato per scelta, ma solo per necessità. Visti i tanti arrivi preventivati a centrocampo, perché non tenere da conto la possibilità che il cileno possa essere schierato al centro della difesa? La scusa dell’altezza non basta, visto che i suoi 1,71 cm non hanno sofferto nemmeno al fianco di Jara, alto 1,78 e dunque non propro un gigante. Per quanto mostrato in Copa America, ma pure in passato, la soluzione potrebbe essere tranquillamente attuata, magari non come prima scelta, ma con una fiducia maggiore rispetto a quella riservata a Juan Jesus e Ranocchia.

Gary Medel (Getty Images)

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Jaison Murillo, eletto miglior giovane della Copa America 2015, ha rispettato le attese, in linea con la sufficiente stagione nerazzurra. Con la Colombia ha disputato 5 partite a buon livello, supportato con autorità da un rivitalizzato C.Zapata. Quello che è emerso è che il suo valore, vista anche l’età, non è andato ad erodersi, ma, anzi, può aver subito una leggera inclinazione verso l’alto. Se la società decidesse di fare cassa, alla luce del torneo, sarebbe giusto non fare sconti a nessuno. Le pretendenti non mancano e se il sacrificio dovesse concretizzarsi, è logico aspettarsi un’importante entrata di liquidità.

Jeison Murillo (Getty Images)

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Questo ciò che la Copa America ha consegnato nelle mani di Mancini e dell’Inter. Il rendimento di tutti e tre i giocatori è risultato sopra alla media, con punte verso l’alto soprattutto per Banega, l’uomo giustamente più atteso. Spetterà ora al tecnico rielaborare tutte le indicazioni per trovare l’assetto che permetta a questi giocatori di esprimersi al meglio anche con il proprio club.

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