Dopo derby ed Europa League, la Roma. La prima settimana del secondo Roberto Mancini interista non è certo delle più tranquille. Tanto più che riporta alla memoria vecchi ricordi, di un’altra Inter e di un altro calcio italiano, quando però sulla panchina nerazzurra sedeva sempre lui, il tecnico di Jesi. Già, perché durante il primo quadriennio manciniano Roma-Inter è stata la sfida delle sfide: i nerazzurri spadroneggiavano in campionato, e l’unica che cercava di tenere il passo, e che potesse creare problemi, era proprio la Roma, all’epoca sotto la guida di Spalletti. Escludendo il primo anno (viziato da calciopoli), la Roma è sempre arrivata seconda nei tre scudetti consecutivi vinti sul campo da Mancini. E se nell’anno premondiale il distacco fu di sette punti e in quello seguente la Roma vinse il campionato delle ultime fermandosi a -22, nel 2007/2008 la sfida fu ben più aperta. Anche se, nell'ultima del Mancio all'Olimpico in campionato, le cose andarono diversamente.

 

29 settembre 2007, è un sabato d'inizio campionato ed è il terzo anno di fila che Roma e Inter partono per sfidarsi e giocare il loro, personalissimo campionato: va da sé che è sfida scudetto. Nel primo tempo i padroni di casa rimangono chiusi e confusi: esempio lampante è l’azione che porta al gol dello 0-1: un calcio d’angolo battuto con troppa leggerezza, l’Inter che va via in contropiede e Giuly che ingenuamente ferma con la mano un gol già fatto di Ibrahimovic: è il 28’, la Roma rimane in dieci e Ibra segna il rigore del vantaggio. Nel secondo tempo pare cambiare qualcosa, nella Roma: pochi minuti e Perrotta segna il pareggio. Sembra la resurrezione, ma è il preludio al de profundiis: segnano, in rapida successione, Crespo, Cruz e Cordoba. E il finale recita 1-4.

 

 

La Roma, però, non perse le speranze scudetto. Anzi, rimase in corsa fino all’ultimo respiro. A tre giornate dalla fine rimaneva a -6, ma vincendo contro la Sampdoria sfruttò la sconfitta dell’Inter nel derby per portarsi a soli tre punti. Che alla penultima diventa uno solo, perché Totti e compagni battono l’Atalanta mentre la banda Mancini impatta 2-2 al Franchi di Siena. Diventano decisivi gli ultimi 90 minuti, ma non ci furono colpi di scena: la Roma passò in vantaggio a Catania e fu campione d’Italia solo fino all’ingresso di Ibrahimovic, che segnò il gol del vantaggio dell’Inter sul Parma – il gol scudetto. Finì 2-0 in Emilia e 1-1 in Sicilia. Finì con l’Inter scudettata.

 

La squadra di Spalletti si prese la rivincita una settimana dopo: il 24 maggio si giocò, ancora, Roma-Inter all’Olimpico. Finale di Coppa Italia, anche quella una costante per il Mancio: fu appuntamento fisso per i quattro anni della sua prima gestione. Nel 2004/2005 e nel 2005/2006 vinse l’Inter, poi toccò alla Roma mettere in bacheca due Coppe di fila. La prima, quella del 2006/2007, fu l’ultima con la doppia sfida: i giallorossi vinsero praticamente già all’andata, in casa, con un incredibile 6-2. Nel 2007/2008, invece, fu partita secca e finì 2-1. Mancini uscì dall’Olimpico sconfitto: non sapeva ancora che sarebbe stata l’ultima volta. Almeno fino a domenica.

 

Antonio Cristiano