Cito testualmente parte della conferenza stampa pre partita con il Chievo di Walter Mazzarri: “E' stata una settimana non facile ma voglio ricordare a tutti che secondo i parametri consueti (budget, ingaggi, investimenti), da quando siamo qui io e Bigon nessuno ha fatto meglio di noi, in Italia ma anche in Europa. Chi vuol capire, capisca. Ma forse c'è chi non vuol capire nonostante i numeri siano lì, inequivocabili “.
Quello che sta attraversando l'allenatore del Napoli è sicuramente un momento difficile, ma le sue dichiarazioni sfociano in un delirio di onnipotenza. Quando si perde bisogna fare autocritica e cercare di migliorare i propri errori, cosa che spesso non fa il tecnico livornese. E non mi riferisco alla sconfitta di Torino contro la Juventus, ma al doppio flop esterno in Europa League con il Psv prima e Dnipro poi.
La scelta del turnover massiccio fatta dalla società partenopea, avallata a pieno da Mazzarri, non può portare da nessuna parte in campo Europeo. Anche in giochi manageriali come Football Manager, i vari miei colleghi di gioco più appassionati sanno benissimo che, stravolgendo tutto ad un tratto la formazione titolare di base, è facile incorrere in batoste sonore se l'avversario di turno ha un livello tecnico medio-alto. Il gioco è molto realistico, ma è pur sempre un'attività ludica: nella realtà bisognerebbe avere un minimo di accortezza in più. Avversari come l'Aik Stoccolma, affrontati per giunta in casa, non fanno testo. Tale atteggiamento del club di De Laurentiis, oltre ad essere deleterio per le casse del suo club(le vittorie in Europa League portano comunque introiti, anche se minori rispetto alla Champions League) fanno male al calcio italiano che con questo modus operandi avrà vita dura nel riconquistare l'agognato posto in più per partecipare alla Champions League.
Fare turnover si, ma moderato, quindi. Il problema del Napoli è che i giocatori che possono essere considerati “titolari” sono 13-14. Se davvero si vuole puntare a qualcosa di importante, Scudetto o Coppa europea, bisognerebbe puntare a qualche calciatore più importante da aggiungere a quelli già presenti in rosa. Altrimenti i partenopei rischiano di restare in questo limbo dove si intravede un traguardo prestigioso per un po' ma si è impossibilitati a raggiungerlo.
Tenere un profilo basso, aggiungo, non significa ridimensionare le proprie ambizioni, ma evitare che si possa caricare di aspettative un ambiente che potrebbe ambire ad alti traguardi con la giusta programmazione. E proprio per questo motivo, certe dichiarazioni sarebbe meglio evitarle.
Antonio Pellegrino