di Giovanni Migliore
La storia tra Palermo e Gilardino inizia 11 anni fa. Era il 7 novembre del 2004, primo anno di Serie A. Il neo-promosso Palermo di Guidolin, dopo un digiuno lungo 32 anni, si affacciava con l’entusiasmo della prima volta al grande calcio. All’attaccante di Biella (allora ventiduenne) bastarono 37 minuti per ammutolire i 33.000 del Barbera con un gol che in molti ricordano per rapacità e rapidità di esecuzione. Nella stessa stagione, non contento, siglò una doppietta al Tardini agguantando un pareggio insperato al 90’. Una storia, dunque, iniziata a suon di gol che sin da subito fecero scattare nei tifosi rosanero quel meccanismo di autodifesa volto ad esorcizzare la paura: grandinate di fischi, assordanti e costanti.
Dopo l’innocuo triennio milanista (un solo gol in Coppa Italia), l’arrivo a Firenze. Rispolverato dalla cura Prandelli, raggiunse il picco di astio segnando di mano ed esultando in maniera così spropositata da meritarsi due giornate di squalifica per condotta antisportiva.
Grazie a quella bravata salì direttamente sul podio dei “nemici” rosanero, dopo il CalcioCatania e Luca Toni. Una storia tormentata – dicevamo- che conobbe un altro momento di tensione (dopo un inutile gol a Brichetto nell’ultima di campionato con la maglia del Genoa), nell’anno delle retrocessione. Era il 18 novembre del 2012, il Bologna di Gila, Diamanti e Gabbiadini già nei primi 45 minuti umiliava i rosanero. Un gol e un rigore procurato con conseguente espulsione di Ujkani sentenziarono Gila come giustiziere di un Palermo triste e prossimo alla discesa in Serie B. Al ritorno non segnò, ma era capitano di quel Bologna che pareggiando al Barbera grazie ad una papera di Sorrentino spense le speranze di salvezza dei rosanero.
I numeri parlano di 21 partite, 10 gol e 5 assist. Palermo quarta vittima preferita del Gila dopo Udinese, Roma e Chievo.
Non c’è dubbio che il Barbera porti bene al Gila. Anche con la maglia della nazionale. Infatti l’ultimo gol con la maglia azzurra Gilardino l’ha siglato due anni fa contro la Bulgaria in un clima surreale fatto di timidi applausi e ingenerosi fischi.
Esultanza di Gila al Barbera dopo il gol alla Bulgaria (Getty Images)
Oggi le strade di Palermo e Gilardino si rincontrano, dopo un inseguimento lungo 2 mesi. Sorrentino ha mantenuto la parola ed è andato a prenderlo all’aeroporto. In città però c’è molto scetticismo. I tifosi non hanno di certo digerito quel gol di mano e le perplessità sull’apporto che un calciatore di 33 anni può dare ad una squadra giovane come il Palermo non mancano.
Bisogna mettere da parte i “rancori” del passato (che comunque sono l’essenza e la bellezza del calcio) e cercare di riflettere su quello che potrebbe significare l’ennesima giovinezza del Gila sotto Monte Pellegrino. E’ un campione del mondo (sia col club che con la nazionale), ha segnato in qualunque squadra abbia giocato ( 178 gol tra Piacenza, Verona, Parma, Milan, Fiorentina, Genoa e Bologna), vanta 55 gettoni in campo internazionale e ha esperienza da vendere. E’ reduce da una buona stagione vissuta tra Italia e Cina. E’ integro fisicamente e sin dal suo arrivo in aeroporto ha mostrato di avere una voglia matta di far bene. L'intesa musicale con Vazquez non sembra un problema. Due gli obiettivi: arrivare a quota 200 in Serie A e convincere Conte (impresa ardua) per portarlo agli Europei di Francia. Per prima cosa però dovrà conquistarsi l’affetto dei tifosi rosanero sanando la ferita a suon di gol.
“91’, risultato fermo sullo 0-0. Rispoli vince il duello con Marcos Alonso e la crossa forte in mezzo, senza troppe pretese sperando di trovare una fortunata deviazione. Gila come un falco si avventa sulla traiettoria. Sul goffo tentativo di Astori di spazzare l’area, con il braccio attaccato al corpo, la schiaffa dentro. L’arbitro convalida, ma questa volta Gila non esulta. Sugli spalti del Barbera, dopo il boato, abbracci”.