1984, ma non il romanzo di Orwell, anche se l'idea di un Napoli in versione Grande Fratello, per la filosofia da reality show di Aurelio De Laurentiis, rende perfettamente l'idea. Millenovecentottantaquattro, dicevamo, 5 di luglio, giorno della presentazione in un San Paolo sold-out di un certo Diego Armando Maradona, argentino, numero 10, caratteristiche che potrebbero richiamare (sì, pure il numero, anche se in caso di gentil concessione di Calaiò, il Pipita potrebbe optare per il 9) un altro albiceleste, Gonzalo Higuain. L'ex merengue è la punta di diamante di un Napoli che, per dimenticare Edinson Cavani, non solo spalmerà il numero sette sulla muscolosa schiena di Armero, ma cambia allenatore, spende (e spenderà) più di tutti in Italia ed organizzerà feste come quella di lunedì 29 luglio, perché anche senza Matador, the show must go on, col volume ancora più alto.

 

Quel volpone di De Laurentiis ne ha pensata un'altra delle sue: i tweet con foto, torte e bomber regalate ai suoi oltre 130'000 follower, le parole al miele per Don Raffaè, l'amichevole di stasera contro il Galatasaray, prima sulle note di A little party never killed nobody, sicuramente con le acrobazie delle cheerleaders ufficiali del club partenopeo, poi al ritmo della nuova versione dell'inno 'O surdato nnammurato. Poi toccherà alle nuove divise griffate Macron, per le queli l'attesa si fa spasmodica. In questi giorni sono uscite varie indiscrezioni: ci sarà la maglia azzurra, ci sarà la casacca bianca, si vocifera di una quarta maglia gialla, ma tutti parlano della divisa mimetica.

 

 

Sul web e su qualche quotidiano l'hanno immaginata e disegnata in molti, anche perché si tratterebbe di un'operazione di marketing senza precedenti, un abbandono dei classici colori sociali per seguire la moda del camouflage (chiedere a Lapo Elkann per info), spopolante fra teenager e non con bermuda, t-shirt e cover per gli smartphone. La mossa commerciale, fortemente voluta dal presidente De Laurentiis, farà vendere camisetas su camisetas e sarebbe ispirata da una visita del tenente Marco Perricone a Castelvolturno nello scorso maggio. Alessandro Formisano, responsabile marketing del club, ha dichiarato che prima d'ottenere il via libera per la produzione del design della nuova casacca, ha dovuto ottenere il permesso della Lega Calcio. Finito? Manco per sogno. Affiancato al logo ufficiale del club, potrebbe apparire lo stemma della casa reale dei Borbone di Napoli, tanto per non farsi mancare nulla...

 

Alan Bisio

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