di Paolo Pierangelo
Due pesi e due misure, la sensazione che si ha è proprio questa, in relazione agli ultimi eventi così tanto discussi, che vedono sotto la lente d'ingrandimento le offese in campo tra allenatori e calciatori.
In coppa Italia c'era stata la lite tra Mancini e Sarri, dopo che quest'ultimo gli aveva rivolto insulti omofobi, quindi nell'ultimo turno di serie A è stata la volta di De Rossi della Roma, che ha dato dello "zingaro di m.... " allo juventino Mandzukic.
Il tecnico del Napoli se l'è cavata con 2 turni di squalifica, mentre per De Rossi non verrà applicata nemmeno la prova Tv, nonostante le proteste delle associazioni in Italia, il tutto in un quadro davvero poco chiaro e che meriterebbe delle delucidazioni.
I dubbi restano soprattutto se pensiamo che quando sono i tifosi delle curve a sbagliare, le sanzioni sono severe e ricordiamo bene come negli ultimi anni siano state chiuse le curve a Roma, Napoli, Torino, Milano ecc.
Non ci fu tolleranza da parte della lega calcio italiana, dinnanzi ai cori offensivi verso Pogba della Juve, verso la città di Napoli e quando furono sparate bombe carta, però chissà perchè non accade lo stesso per coloro che vanno in campo da protagonisti.
In queste circostanze si scatena il Festival delle scuse, trovando qualsiasi ragione per giustificare il gesto di calciatori ed allenatori, come ad esempio per Mancini , che non poteva sentirsi offeso non essendo omosessuale, oppure De Rossi che era nella trance agonistica.
Praticamente da ora in poi se un calciatore dirà ad un altro "figlio di p...", bisognerà verificare se lo è davvero per decidere se far scattare o no la sanzione, siamo dunque in una situazione davvero paradossale e che lascia perplessi.
I tifosi meritano rispetto e lo stesso trattamento di chi scende in campo, non possono esserci 2 pesi e 2 misure, così come purtroppo si evince dalle sanzioni in materia di offese durante la partita.