Balotelli no, Balotelli sì, Balotelli forse. Kakà fu, Kakà sarà, kakà non s’ha da fa. Nel contempo, a fari spenti, c’è una squadra che zitta zitta fa 23 punti su 30, e che negli ultimi due mesi e mezzo  è la migliore squadra italiana.  Nessuno ha fatto più punti del Milan, dalla sconfitta di San Siro con la Fiorentina in poi.
In questo lasso di tempo, Constant è diventato un onesto laterale, sull’altra fascia de Sciglio è diventato un giocatore d’ottima statura e maturità, e nel mezzo Zapata è diventato titolare. Più avanti, c’è qualcuno che, in barba all’esaltante cammino nerazzurro di Cassano (che non si sa bene in cosa consista) ha realizzato rete dopo rete, è con El Shaarawi il secondo componente della coppia d’attacco più prolifica della serie A, e s’è rivelato imprescindibile in occasione dello 0-0 con la Samp, probabilmente unico passo falso di questo lasso di tempo. Insomma, Pazzini non è Cassano, ma sta facendo meglio. Il Milan, pur non rappresentando questo una novità, sembra aver vinto lo scambio incrociato coi nerazzurri, non appena finito l’idillio cabarettistico tra il fantasista pugliese e il suo nuovo allenatore, durato una manciata di partite e non di più, più o meno come dodici idilli precedenti con dodici allenatori precedenti.

Analizzando a più ampio spettro la questione, ti accorgi di come l’osceno, impresentabile e indecente Milan (detto senza troppa ironia, perché comunque i problemi di identità e contraddizioni che sottolineiamo da mesi permangono), pare sia a tre punti, non trenta, dalla Stramala Inter, da quello sfizioso ed avvincente progetto che si proponeva di puntare allo scudetto. E non una vita fa, ma l’ultima volta per bocca di Juan Jesus, in settimana. Scudetto, perché no?

Strano, allora: l’Inter è da scudetto, per Juan Jesus, per i tifosi, per gli analisti, e tre punti sotto c’è il risibile Milan. Qualcosa deve aver non funzionato, in questa brillante valutazione. Qualcuno ci dia notizie allora dell’effervescente Inter, del Cassano mai così strepitoso, oppure ci racconti di come è  passata voglia di ridere, a proposito di una onesta squadra operaia che sbarca il lunario come può, e pare farlo bene, chiamata Milan.

Ezio Azzollini