26 reti in 55 partite rossonere, tra campionato e coppa Italia. Un gol ogni due partite, nonostante le lunghe pause, sia quest’anno, che lo scorso, nella sua prima stagione rossonera. Di queste 26, 18 nello scorso campionato, quando lo sviluppo del gioco, per non usare eufemismi di sorta, era parente lontanissimo di quello di quest’anno.
La storia al Milan di Carlos Bacca dice semplicemente che, se non segna in questa partita, segnerà nella prossima. E questo, val la pena ripeterlo, al netto delle lunghe pause. Otto gare, in questa stagione. Il colombiano è una tassa, per le difese avversarie. Questo non lo cambia l’exploit di Lapadula (ben inteso, acquistone, un acquistone la cui validità rivendichiamo dal primo giorno), certo atteso dalla riprova di difese più probanti di quelle, con tutto il rispetto che si deve, ma con l’obiettività dovuta ai numeri, di Palermo ed Empoli.
Andare dietro a un caso che non esiste (quello della presenza, concordata ed accordata dal club rossonero, di Bacca a Siviglia) non ha alcun senso, né fa l’interesse del Milan, né (in fasi storiche come queste, mettiamocelo pure) del calcio italiano, che di attaccanti di simile caratura ha bisogno, più che abbondanza: la prospettiva di vederlo partire per la Liga non dovrebbe far sorridere non solo i tifosi rossoneri, ma un po’ tutti.
“Carlos, puoi restare lì”, pare essere, in soldoni, la reazione di qualche sparuto tifoso rossonero sui social, all’immagine del colombiano a Siviglia. Resta lì? Ma anche no, direbbe il buon Maccio.
Per diversi, ottimi motivi. Perché, tanto per cominciare, è prestino per fare gli schizzinosi, gli orgogliosi, i puntigliosi, dalle parti rossonere. Parti rossonere che sono ancora convalescenti, appena riaffacciatesi all’aria aperta, all’aria buona che competerebbe da temp, ma con sciarpa pesante, e occhio attento agli spifferi e alle ricadute. Perché per imborghesirsi è prestissimo, perché anni complicati, e clamorosi esempi dall’altra parte di Milano, dovrebbero aver insegnato che gli isterismi e le reazioni d’impulso non sono mai forieri di buone nuove. Perché appare unanime che il prossimo passo, per vedere un progetto giovani ancora più convincente e di spessore, è affiancarvi qualche presenza più matura, di esperienza, affidabilità e valore internazionale, e non rinunciarvi.
E, soprattutto, perché il progetto, il bel progetto che proprio adesso sboccia, è ancora in divenire, eccome. E pensare di poter fare a meno di Bacca, così, con leggerezza, per un digiuno di qualche settimana e tre gol di Lapadula, non è solo folle. E’ criminoso.
Ezio Azzollini