I fari si sono spenti troppo presto su Matteo Mancosu, attaccante del Trapani e capocannoniere della scorsa Serie B. Classe 1984, dopo una stagione formidabile, si ritrova doppiamente prigioniero a Trapani, in una B che gli sta stretta e con un rinnovo che non arriva.

 

La Società Trapani Calcio comunica di avere ritirato dal mercato il proprio tesserato Matteo Mancosu, che pertanto rimane nell’organico della squadra. Il Trapani Calcio esprime il proprio apprezzamento per la dimostrazione di attaccamento alla maglia granata del calciatore, che ne evidenziano la serietà e la capacità di non farsi condizionare dalle sirene di mercato”.

Questo il comunicato di metà luglio del Trapani Calcio che, di fatto, ha precluso all’attaccante cagliaritano di guardare in alto, verso un aprobabile A.

A questo punto, se tanto mi dà tanto, l’attaccante, con il contratto in scadenza nel giugno 2015, si sarebbe aspettato almeno un rinnovo contrattuale adeguato alle prestazioni della scorsa stagione.

La realtà dice invece tutt’altro con Mancosu, fresco capocannoniere di B, in scadenza e bloccato a Trapani.

 

Una situazione assurda che ha fatto infuriare l’avvocato Valentino Nerbini, agente del giocatore, che ha espresso nei giorni scorsi tutto il disappunto per questo trattamento, viste anche le tante richieste dalla A e dall’estero.

Proprio Mancosu aveva infatti accarezzato la possibilità di far valere le sue 26 reti in 40 presenze per puntare alla massima serie, quella A che è il sogno da quando giocava con l’Atletico Calcio in D. Un salto di categoria che sarebbe stato il terzo in tre anni dopo la Seconda Divisione al Vigor Lamezia e la doppia promozione proprio con il Trapani.

Una A che meriterebbe per statistiche ma anche per qualità tecniche e fisiche che lo rendono immarcabile per molti difensori.

 

Ad oggi, invece, solo un presente ingarbugliato ed infelice. Un contratto ancora da definire, ma con un mercato ancora aperto, che lascia uno spiraglio di luce verso la tanto sognata Serie A, per provare magari giocarsi le sue chance laddove merita.
E chissà che quel comunicato di luglio non diventi una semplice lettera d'addio...

 

 

 

Pietro Turchi