La Juventus continua nel suo periodo positivo di risultati. Il filotto di partite utili è salito a quota tredici, con l'ultima sconfitta in campionato che risale allo scorso novembre quando la Vecchia Signora cadde per mano dell'Atalanta grazie alla rete di Duvan Zapata. Ad aiutare la squadra di Allegri nella risalita stanno arrivando anche i risultati delle altre squadre in lotta per lo Scudetto e la qualificazione alla prossima Champions League. Negli altri anticipi della ventisettesima le due milanesi non sono andate oltre al pareggio rispettivamente contro Udinese e Genoa, mentre oggi gli occhi saranno tutti puntati su Lazio-Napoli in attesa della sfida tra Atalanta e Sampdoria che andrà in scena domani sera.

Nonostante il buon periodo di forma, almeno secondo i numeri, la vittoria di ieri contro l'Empoli non ha lasciato tutti entusiasti, anzi. Gli uomini di Allegri sono apparsi ancora una volta troppo remissivi ed attenti alla fase difensiva, pur facendo due svarioni importanti che hanno portato alle reti dei toscani, soprattutto nella prima quando la scarsa reattività di diversi bianconeri ha permesso a Zurkowski di raccogliere la palla vagante in area e trasformarla in un pareggio che rischiava di far abbattere psicologicamente Bonucci e compagni. La fase di costruzione della Juventus, specialmente nel primo tempo, è apparsa troppo compassata e spesso confusionaria con diversi giocatori in ombra e che venivano messi in difficoltà dalla pressione alta delle squadra di Andreazzoli. Arthur, scelto come titolare al posto di Locatelli, era preso nella morsa dei trequartisti toscani che lo obbligavano ad abbassarsi sulla linea dei difensori per cercare dei palloni giocabili, rendendo di fatto vana la sua qualità di palleggio nello stretto. L'ingresso obbligato dell'ex Sassuolo al posto dell'infortunato Zakaria, dopo un fisiologico periodo di adattamento e di sistemazione in campo, ha dato maggior qualità alla manovra, permettendo al brasiliano di poter alzare il proprio baricentro d'azione. Queste difficoltà di costruzione hanno fatto sì che per gli attaccanti arrivassero pochi palloni giocabili, ma quando i bianconeri hanno trovato il modo di sviluppare le proprie trame di gioco sono arrivate le reti: non è un caso l'allargamento di Rabiot alle spalle del terzino avversario nell'azione della prima rete, così come non è sembrato affatto casuale lo sviluppo del contropiede che ha portato alla seconda marcatura personale di Vlahovic, nonostante un ultimo passaggio non brillantissimo.

In attacco però c'è chi dal suo arrivo ha letteralmente stravolto la Juventus, caricandosela sulle spalle e diventando il principale riferimento e trascinatore. Sto parlando ovviamente di Dusan Vlahovic che ieri ha realizzato la sua prima doppietta in bianconero, dimostrando di essere un centravanti completo e su cui poter fare affidamento in ogni momento della partita. In entrambe le reti c'è una grande componente di qualità e, soprattutto, freddezza, dote fondamentale per ogni attaccante. Quello che impressiona di più è la volontà dell'ex viola di vincere ogni partita, la sua determinazione su ogni pallone è al limite della ferocia agonistica, esempio lampante è l'esultanza dopo aver conquistato un fallo nei pressi della linea laterale all'ultimo minuto di recupero, in trasferta, contro l'Empoli. Una mentalità ed una furia che dalle parti di Torino, se non in rare eccezioni, non si vedevano dai tempi di Tevez. Il classe 2000 ha dimostrato, in pochissime partite, di meritare ampiamente l'investimento fatto, ringraziando tutti a suon di gol e di lotte con i difensori avversari, per conquistare i cuori dei tifosi bianconeri ci ha messo appena dodici minuti ed ora sta abbattendo anche le barriere emotive dei più scettici.

Per fare il definitivo salto di qualità sarà però necessario poter contare su di una squadra che lo supporti a dovere. In questo ruolo è fondamentale la figura di Massimiliano Allegri: il tecnico livornese è tornato alla Juventus in una situazione veramente difficile ed in questi primi mesi della sua seconda avventura in bianconero non ha certamente brillato per la qualità del gioco. Ora però le carte in tavola sono decisamente cambiate e questo finale di stagione non può che essere propedeutico per iniziare a creare quella che sarà la Juventus della prossima stagione. L'obiettivo di Allegri deve essere quello di far tornare in scena quella squadra dominante che si era vista soprattutto nei suoi primi anni sulla panchina della Vecchia Signora: una squadra feroce e bella da vedere, al netto del revisionismo storico che qualcuno vuol far passare ultimamente. La prossima dovrà essere una Juventus profondamente diversa da quella vista ieri e che dovrà tornare ad incutere timore agli avversari ancora prima del fischio d'inizio delle partite.

Gli elementi per migliorare dal punto di vista del gioco ci sono tutti, ora il pensiero deve essere quello di mettere quanto prima in cassaforte la qualificazione alla prossima Champions League e poi Allegri dovrà iniziare a mettere insieme i pezzi, partendo da alcuni punti fermi come de Ligt, Locatelli e, soprattutto, Dusan Vlahovic.