Una serie di cose che non sta funzionando. Nonostante tutto la Roma può giocarsi ancora la qualificazione agli ottavi di Champions League contro il Manchester City e in campionato ha solo 3 punti di distacco dalla Juventus con cui deve giocarsi lo scudetto. Ma i prossimi impegni, tutti in casa, in un momento non proprio felice, saranno decisivi per non rovinare tanto: la sfida di domenica contro l’Inter per restare a ridosso dei bianconeri, poi il Sassuolo prima della “finale” contro gli inglesi del 10 dicembre. E allora proviamo a fare un po’ di chiarezza su cosa non sta andando per il verso giusto in questa prima parte di stagione.

 

GLI INFORTUNI – De Sanctis, Curci, Castan, Yanga-Mbiwa, Astori (due volte), Maicon, Torosidis, Holebas, Keita, De Rossi, Florenzi, Ucan, Paredes, Borriello, Iturbe. 15 giocatori transitati per l’infermeria di Trigoria e che sono stati indisponibili almeno per una gara per infortunio, qualche giorno fa li mettevamo insieme in una formazione. Una serie infinita di guai, molti dei quali di natura muscolare, che hanno fatto puntare il dito contro la preparazione voluta da Rudi Garcia e quindi contro il nuovo preparatore Paolo Rongoni, ex di Petkovic alla Lazio, che aveva collaborato già con il tecnico francese ai tempi del Le Mans (stagione 2007/2008). Sicuramente tanto ha inciso anche il doppio impegno campionato/Champions e le poche rotazioni che ha potuto fare Garcia, visto che è stata fin da subito emergenza. Alcuni giocatori (Keita, Yanga-Mbiwa, Torosidis) hanno pagato anche l’utilizzo in Nazionale, costretti a veri propri tour de force, come Manolas, Pjanic e Nainggolan, usciti, almeno loro, sani e salvi.

 

I GIOVANI NON TROVANO SPAZIO – Avrebbero potuto dare un po’ di respiro ai più affaticati, ma non si è convinto Rudi Garcia a concedere loro una chance da titolare nemmeno nelle partite più abbordabili (Verona, Chievo, Cesena in casa) o nella ripresa a risultato acquisito in altre gare. I tre talenti, Sanabria (utilizzato solo da Alberto De Rossi nelle gare di UEFA Youth League, ma nell’attacco romanista la concorrenza è effettivamente troppo folta), Paredes (subentrato contro Verona, Juve e Chievo) e Ucan (solo pochissimi minuti contro il Chievo, eppure era piaciuto nel precampionato), hanno bisogno di giocare. Il paraguaiano e il turco sono arrivati per altro con investimenti importanti, Sabatini ci ha scommesso, ma la Roma non riesce a valorizzarli. E questo avviene dopo le partenze in estate di Dodò, Jedvaj e soprattutto Romagnoli che, visto il disastroso rendimento di Cole, avrebbe potuto trovare spazio, come nella passata stagione, sull’out di sinistra, oltre ad essere valida alternativa al centro della martoriata difesa. Un posto nella rosa per lui, invece dell’insensato Emanuelson, non sarebbe stato sicuramente sprecato. 

 

POCHI GOL NEI SECONDI TEMPI – La Roma smette di giocare nei secondi tempi, ormai sembra averci fatto l’abitudine, anche quando non dovrebbe. In campionato: 15 gol su 21 totali nei primi tempi, 6 nei secondi tempi che scendono addirittura a 2 tra il 46’ e il 75’, invece nel finale (4 gol) si torna a spingere sull’acceleratore. In Champions League la musica non cambia: 6 gol su 8 nei primi tempi, 2 nei secondi tempi. Il totale fa 21 gol (il 72%) su 29 nella prima frazione di gioco, mentre solo 8 (il 28%) nella ripresa. Assolutamente troppo pochi. Soprattutto quando la partita non è ancora chiusa. I giallorossi, quando possono, gestiscono le energie con un noioso possesso palla prolungato: è successo, ad esempio, contro il Chievo dopo il 3-0 con cui avevano chiuso la pratica nella prima mezz’ora (il martedì c’era il Bayern all’Olimpico). L’atteggiamento rinunciatario della squadra, quando ancora non è arrivato il gol della tranquillità, non è stato punito a Bergamo contro l’Atalanta lo scorso sabato; la beffa è arrivata invece contro il Cska Mosca. E non si può dire, che a guardare il secondo tempo della Roma contro i russi, non c’era da immaginarselo. 

 

I CAMBI DI GARCIA – Spesso tardivi, poco risolutivi rispetto a com’era stato nel corso della passata stagione. Solo 1 rete di un subentrante: Florenzi che ha sbloccato al 75’ Roma-Verona, finita 2-0. Non c’è da meravigliarsi visti i pochi gol realizzati nei secondi tempi e il discorso fatto in precedenza. C’è da meravigliarsi, invece, perché la panchina di Garcia può spesso contare su giocatori in grado di risolvere la partita o metterla in cassaforte. Emblematica la gara contro la Sampdoria, finita 0-0: Pjanic dentro solo al 71’, Destro al 77’, Iturbe all’83. Troppo tardi per portare a casa i 3 punti (se ne parlò qui). Ieri il discutibile ingresso del rientrante Strootman in un momento decisivo della gara (all’83’), Iturbe solo al 77’, Pjanic all’87’. Anche Garcia sul banco degli imputati.

 

ITURBE – Investimento da top player da parte della Roma, il colpo del mercato doveva fare la differenza, per ora non l’ha fatta. I giallorossi cercavano un attaccante esterno che vedesse la porta, in grado di fare anche tanti gol. Un altro Gervinho, che aveva chiuso la scorsa stagione con 12 reti tra campionato e Coppa Italia e tanti assist. E che magari, grazie alla maggiore tecnica, fosse più lucido dell’ivoriano. Invece Garcia deve fare i conti con Gervinho che non sembra avere la condizione dei giorni migliori (e dovrà partire per la Coppa D’Africa), meno imprevedibile della passata stagione, e con l’argentino che non si è ancora inserito, che fa fatica non avendo gli spazi che gli lasciavano le squadre avversarie l’anno scorso al Verona. Solo 2 per ora i suoi centri, si è autodefinito qualche tempo fa "per ora una pippa”, nelle gerarchie è stato momentaneamente sorpassato da Ljajic. Ma soprattutto la Roma ha fatto bene a compiere un così grande sforzo economico in un altro esterno che a difese schierate, come la maggior parte delle squadre che i giallorossi si trovano ad affrontare in Italia, fa fatica? Visto l'indiscutibile talento e la giovane età del giocatore ci sono pochi dubbi comunque che l’investimento pagherà. Lo strepitoso inizio, all’Olimpico contro il Cska Mosca (prima dell’infortunio al 26’, si era sul 3-0 con lui a segno e protagonista in tutte e tre le reti), aveva illuso che potesse essere trascinatore fin da subito.

 

Silvestro Giaquinto