Tempi duri per l’intelligenza. Via libera agli istinti. S’era scatenato il putiferio per le puttane del parlamento europeo secondo Battiato, forse meno per la battuta di Roberto Vecchioni sul suo piacere nel vedere la “Juve nella merda”.
Bando alle ipocrisie e via all’indicizzazione del libero pensiero espresso senza peli sulla lingua. Per carità, ci mancherebbe altro. Il rischio, però, è quello del bando all’attenzione, e non di certo per ragioni moraliste, che sarebbero ancora più irritanti, ma per sfumature sottili che forse non aiutano la saggia sponda del contro imbarbarimento collettivo. Se il pallone è una zona franca, dove il comportamento è una svendita del cattivo gusto, diventa di sicuro complicato gestirla con intelligenza, la separazione tra facoltà di espressione col confine giusto, vallo a trovare, oltre il quale si cade nel refuso e nell’accidente. I musicisti dovrebbero capirlo prima di tutti.
Le strade che conducono al calcio sono piene di “lotte armate fino ai denti”, in senso figurato e certe volte pure realmente. E questa bellicosità trova spesso ragione anche in opinioni (brutta parola) sconsiderate, ora per colpa di un giornalismo sprovveduto o per dichiarazioni improvvide di presidenti, di calciatori, e pure di uomini di spettacolo. Di chiunque, insomma, capace di far ascoltare la propria voce nel tempo di un click.
La faccenda, attenzione, è molto più sottile, perché qui non si tratta di aggirare la verità espressa così com’è - in fondo se Vecchioni lo ha detto, forse lo avrebbe detto pure in altri termini - piuttosto c’è da riflettere sullo scivolone in una tentazione, quella di non essere riusciti a evitare di provincializzare l’istinto, in questo caso da tifoso. Ma il tifo è pure una cosa provinciale, d’accordo, ma non lo è più nella misura in cui la propria voce vuole modulare frequenze votate alla ricezione generale. Vecchioni, tanto predicato “poeta nazionale” (brutta espressione pure questa), è caduto sul cattivo gusto e sul dispiacere di uno juventino che magari potrebbe essere suo fan, e allo stesso tempo non ha resistito all’occasione, forse perché davanti a un pubblico, quello fiorentino, che lo avrebbe più facilmente apprezzato, di fare lo "juvecentrico", come tutti quelli che fanno ruotare la propria passione calcistica intorno all’avversario, badando alla sconfitta altrui, piuttosto che sperare nella vittoria del proprio.
Vecchia abitudine pure questa, per carità. Non esiste tifoso che non speri nella disgrazia per il rivale. Ma l’uscita di Vecchioni ha fatto sì che un artista (almeno considerando il fatto che pare piaccia a molti) si sia allineato a una formula dell’imbarbarimento, lo stesso che attraverso altre modalità fa compiere gestualità e realizza rituali ancora più spiacevoli, dentro e fuori da uno stadio. E attenzione a pensare che a sottolinearlo si rischi di diventare bigotti e moralisti, perché, in fondo, forse hanno risvolti molto più moralisti, paradossalmente, certe uscite del tifoso che vuole a tutti i costi fare il tifoso.
Pare che a Balotelli verrà assegnato un tutor per evitare che continui nelle sue bravate. E se gli venisse assegnato Vecchioni? Chi ci dice che non sarebbe di più il “Professore” a divertirsi. Mourinho docet.
Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka