Eppure ci risiamo, ci siamo cascati ancora. Con un Diavolo che va a idrogeno e una manovra di gioco spinta a pedali. Siamo qui: con 5 punti in 5 giornate, con due punti conquistati tra Verona, Torino e Bologna (...e che punti!) e una retroguardia che è obbligata a nascondere le mai nefaste prestazioni della coppia centrale, smascherata a sua saputa, da una imbarazzante difesa di tre miseri pali. Gli stessi che da mesi, da anni, chiediamo di coprire non con lo Yashin o N'Kono di turno, ma anche col primo Gabriel che il “convento” passa.

 

Eppure tendiamo a dire che le cose così come stanno non ci vanno giù, l'indomani di un pareggio esterno qualsiasi, non sia mai che ci accusino di disfattismo, demagogia o di improbabili balzi in su in meno rinvenuti carri d'entusiasmo.

 

Siamo lì, a lottare non si sa per cosa, tediosi a volte nonostante la ragione, mal accolti quando abbiamo torto; senza il dovere di aggrapparci agli infortuni, abbastanza professionisti da non chiamarla “sfiga”. El Shaarawy è l'"accidenti!", il resto chiamiamolo pure programmazione (perché se compri e rinnovi Bonera, Zaccardo, Kakà e Silvestre da titolari e prime riserve è anche un po' colpa tua); mai in grado di puntare il dito e di dire come stanno le cose e a chi mai potrebbe appartenere la terminologia meglio nota come responsabilità.

 

Siamo Noi che elogiamo le mosse di chi sbaglia, ma lo ammette, pur perdendo un posto nelle liste Champions più che mai opportuno. Tra mille viaggi insulsi e troppe cene dall'amato Giannino. Siamo sempre Noi a sottolineare come i nostri gioielli pesino tutti zero in qualsivoglia voce di bilancio. Siamo ancora Noi, infine, a mascherare quel -30 milioni- a preliminare conquistato, che ci viene detto sarà la nostra forza, ma che poi scompare. E' il nostro stile e lo rinfacciamo con orgoglio.

 

Dunque eccoci qui: -senza o con- l'ombra di un portiere che prende gol sul suo palo a Torino e San Siro; che non sia mai respinga un tiro da fuori area a San Siro e ancora lì, che non sia mai vinca un 1vs1 a Torino, ed esca -convinto- su un calcio piazzato in tutti gli stadi e le città citate più un ulteriore malloppo di scorta, tutto non menzionando i tre gol di Bologna, ma non ha gravi colpe, tutto dopo 5-6 partite. Siamo lì con una coppia centrale di difesa che in un modulo e un sistema di gioco che non gli chieda di difendere, attaccare, -difendere-, costruire e “miracoleggiare” sarebbe anche buona; siamo con due ottimi terzini di ruolo destri (Terzino: colui che copre, spinge e santiddio crossa, appoggia, passa, crea, inventa o anche solo una di queste per le punte o i centrocampisti che si creano spazio, pardon, ne abbiamo uno, a patto che non segni oltre il 90'!). Un buon terzino sinistro che di mestiere arrivò quasi a fare l'attaccante, che non può giocare perché non è il suo ruolo e allora dentro con l'olandese più brasiliano che vi sia. Siamo col migliore incontrista che si possa desiderare e lo dice gente che ha visto giocare Gattuso, siamo Noi con la classe e la prospettiva che la Florentia Viola tra una lamentela e un'altra ci ha dato da Capitano a comandare il centrocampo, ma che mai di maggiore lentezza e mancanza d'entusiasmo fu contraddistinta, e lo dice chi ha visto giocare Savicevic: pura -lenta- cristallina classe.

 

In fondo vediamo un italiano che per alcuni non lo è, o meglio lo è ma tanto basta dire per sperare di non giocarci contro. Un bomber, il bomber, che non potevamo permetterci ma che abbiamo e non smette di ricordarci quant'è nostro; che lotta e corre e nei piedi ha dinamite, che a 17 anni dichiarava di voler segnare a un mondiale giocando da protagonista e dopo 90 gol (e altrettanti cartellini) continua a costruire il suo sogno, schiarendo le risa sui volti dei suoi e dei nostri avversari. Un bomber solo mai tutelato, forse, proprio da noi. Un attaccante, anzi due, l'altro è appena più italiano (ci ama tantissimo e la concorrenza lo pagherebbe a peso d'oro, ma a noi piace un po' farla da snob), cui dobbiamo tantissimo. Loro che se andassero via, probabilmente, meriterebbero applausi più di chiunque altro.

 

 

Fabio Guzzo