I 3 punti racimolati in classifica al termine della quarta giornata sono pochi. Ma se pensiamo che sono frutto di 3 pareggi e 1 sconfitta in 4 partite contro avversarsie del calibro di Sampdoria, Verona, Inter e Napoli, forse così pochi non sono.

 

Se vogliamo scendere nel dettaglio ed analizzare ogni singolo match, ci accorgiamo che il Palermo è sempre andato a segno e, a parte ieri sera, è sempre passato in vantaggio. Con la Sampdoria, il gol del pareggio di Gastaldello è arrivato nei minuti di recupero su calcio d'angolo; contro il Verona, la rimonta di Toni e compagni è passata dal calcio di rigore del fatal Toni e da una frittata combinata da Pisano e Sorrentino. Contro l'Inter, lo sciagurato assist di Feddal ha servito a Kovacic il pari su un piatto d'argento. Se da un lato c'è da migliorare nella fase difensiva (soprattutto nelle situazioni su calcio da fermo – Milan docet) confidando negli imminenti recuperi di Munoz e de El Pipu Gonzalez, dall'altro bisogna necessariamente celebrare l'inaspettato e quanto mai gradevole gioco offensivo dei ragazzi di Iachini.

 

Dicevamo appunto inaspettato, perché le squadre di Iachini difficilmente entusiasmano o brillano per qualità del gioco. Molta intensità, pochi fronzoli e tanta attenzione alla fase difensiva; ma difficilmente si ricordano per aver infiammato le folle. Il Palermo settembrino ha stupito tutti, dai tifosi agli avversari. Tutti corrono, tutti pressano, nessuno molla, seguendo alla lettera il diktat ferreo del mister marchigiano. Con Barreto che alterna errori marchiani a giocate illuminanti, Rigoni e Bolzoni si alternano sincronicamente in pressione e in contenimento mentre gli esterni sfrecciano tra gli spazi aperti dalle combinazioni ficcanti di Dybala-Vazquez-Belotti, il trio d'attacco che sta meravigliando tutta Palermo e Monte Pellegrino.  

 

 

Il terzo gol segnato al Napoli esemplifica alla perfezione cosa sono capaci di fare ed esalta un'intesa destinata a crescere: Dybala inizia l'azione, scarica su Vazquez che di tacco ricambia il favore invitando u' picciriddu a asfaltare la fascia sinistra e a servire - schiacciando il triangolino verde della play - un filtrante che Belotti di gran carriera impatta di piatto e trafigge Rafael. Esecuzione rapida, essenziale, letale. Tifosi in visibilio. Dybala-Vazquez-Belotti insieme raggiungono un'età media di neanche 22 anni, fanno sul serio. Si divertono e fanno innamorare. 

 

 

I tre punti non sono ancora arrivati, ma questa classifica, in effetti non fa così paura. 

 

 

Giovanni Migliore