Elogiato, bistrattato... e infine dimenticato. E' la quanto meno sorprendente parabola di Gonzalo Rodriguez dal suo sbarco in Italia fino a oggi. Nel giro di cinque anni, tutto il contrario di tutto: dall'approdo a Firenze con le migliori premesse (otto stagioni al Villarreal con molte più luci che ombre), al riconoscimento di autentico pezzo da novanta (specie al fantacalcio: 21 gol in 4 anni sono un bottino di platino per un difensore centrale). Poi? Poi gli sono bastati nove mesi piuttosto "altalenanti" per essere persino riposto nel dimenticatoio. E' vero, in realtà le cose sono andate anche peggio di quanto possa sembrare. Sia a livello di squadra, con le ben 57 reti incassate (decima peggior retroguardia dell'ultimo torneo), sia sul piano personale, con una sola marcatura messa a referto, sei ammonizioni e due espulsioni. Il dato finale non mente: pessima fanta-media di 5.69, in 26 apparizioni complessive (mai così poche per lui in Serie A). Ma la sensazione è che qualcuno, da quest'analisi complessiva, voglia quasi appositamente escludere fattori che, invece, con ogni probabilità hanno inciso su questo calo verticale. Come un assetto difensivo troppo spesso cambiato da Paulo Sousa nel corso del campionato, o la spinosa questione contrattuale, durata per mesi e alla fine sfociata in una fumata nera, per via di una proposta di rinnovo ritenuta inadeguata dal diretto interessato.

A proposito di contratto: tra una settimana Gonzalo sarà ufficialmente svincolato. Non sappiamo se, entro questo lasso di tempo, avrà già trovato una nuova squadra. Ma dai rumors che circolano da diverse settimane emerge un quesito enigmatico: perché nessuna squadra italiana finora ha seriamente pensato di ingaggiarlo? Stiamo parlando di un elemento che in carriera non ha mai subìto infortuni seri e che, se sufficientemente motivato e inserito all'interno di un contesto difensivo collaudato, può garantire un rendimento di assoluto spessore. Le recenti indiscrezioni, però, seguono il vento contrario: le uniche società che si sono fatte avanti con una proposta ufficiale sono Racing de Avellaneda e (soprattutto) San Lorenzo. Dalla Serie A? "Idee", "sondaggi" e poco altro.

Eppure di club del Belpaese che avrebbero bisogno di un simile innesto ce ne sono eccome:

1) MILAN - La coppia di centrali del prossimo anno sarà composta da Romagnoli e Musacchio, su questo ci sono ben pochi dubbi. Ma, alle loro spalle, Paletta e Zapata sono entrambi sul piede di partenza. Ecco perché Rodriguez (tra l'altro compagno di squadra di Musacchio per due stagioni col Sottomarino Giallo) rappresenterebbe una validissima alternativa ai due titolari. Con la tutt'altro che remota possibilità di poterne insidiare il "posto fisso" in corso d'opera;

2) LAZIO - De Vrij, Wallace, Bastos, Hoedt. Pacchetto di centrali solo apparentemente completo, visto che soprattutto i primi due potrebbero salutare nel giro di qualche settimana. In quel caso, scatterebbe l'allarme rosso. E se anche solo uno di loro lasciasse la Capitale, pensare di sostituirlo con l'argentino ormai ex Viola sarebbe uno scenario non così deleterio. Anzi: di sicuro molto meglio delle solite rischiose scommesse dal Brasile et similia;

3) SAMPDORIA - Con l'addio ormai praticamente certo di Skriniar, non sarà facile trovare un altro profilo giovanissimo già pronto per raccoglierne l'eredità dal prossimo 20 di agosto. Al fianco di Silvestre, dunque, servirà un tassello esperto, che conosce bene il campionato italiano e che possa assicurare buona affidabilità tecnica e atletica. Anything else?;

4) TORINO - Come detto, i nomi più caldi sono quelli di Paletta e Zapata. Alla fine, però, il Milan potrebbe decidere di tenere con sé uno dei due, o quanto meno si rischierebbe di andare troppo per le lunghe. L'ipotesi "gigliata" sarebbe perciò ideale: il trio Carlao - Moretti - Ajeti (dando per scontata la non permanenza di Castan, come annunciato da Petrachi) necessita evidentemente di un rinforzo. Per Cairo il consiglio è quindi uno solo: faccia in fretta, o qualche altra pretendente rischia di bruciarlo sul tempo;

5) CAGLIARI - Qui il discorso è piuttosto immediato: fuori Bruno Alves, dentro Gonzalo Rodriguez. Il portoghese firmò tra lo stupore generale il 6 giugno del 2016 a costo zero, prima che diventasse campione d'Europa in terra francese. L'intento della dirigenza sarda, poi sublimato dal trionfo nella kermesse continentale, era palese: dare alla propria retroguardia una ventata di carisma, esperienza e leadership. Esattamente ciò che serve adesso, di nuovo. E, anche in questo caso, non ci sarebbe nemmeno da sostenere il costo del cartellino.