Non era cominciata bene l'avventura di Cellino come proprietario del Leeds United. Non era cominciata bene tanto che è già finita.

 

Quando negli scorsi mesi l'imprenditore sardo con la chitarra e il look da yankee ha deciso di mettere in vendita il Cagliari per emigrare in Inghilterra dalle parti di Leeds non si aspettava certo un'accoglienza di questo tipo. In fondo si proponeva di immettere denaro fresco, circa 12 milioni di sterline, nelle dissestate casse del club dello Yorkshire acquistandone il 75 per cento. Eppure per lui niente tappeti rossi e niente cori di benvenuto. Solo insulti e tentativi di sabotaggio.

 

La sua prima azione come azionista di maggioranza era stata quella di esonerare il tecnico Brian McDermott per affidare il ruolo a Gianluca Festa, ex calciatore di Cagliari e Inter con un passato in Premier, suo uomo di fiducia.

 

La reazione degli inglesi, particolarmente attaccati al tecnico di Slough, è stata immediata. Da parte dei calciatori con una risposta sul campo: 5 a 1 nel derby contro l'Huddersfield. Da parte dei tifosi impedendo per qualche ora al nuovo acquirente di uscire dall'Elland Road.

Risultato: McDermott resta in sella, Festa è rimandato.

 

Ma quei burloni dei Leeds supporters non si sono fermati lì. Solo poche settimane dopo hanno pensato bene di manifestare la loro avversità al passaggio di proprietà presentandosi vestiti da mafiosi nella trasferta londinese in casa del QPR. La grave colpa di Cellino è una condanna ricevuta nel 2001 per falso in bilancio a 1 anno e 3 mesi, sospesi poi con la condizionale. Gli inglesi ci tengono a queste cose.

 

 

Ci tengono a tal punto che la Football League ha bocciato definitivamente l'acquisto perchè l'imprenditore cagliaritano è stato di recente condannato a pagare una sanzione di 600 mila euro per non aver pagato 400 mila euro di Iva su una barca a vela acquistata negli Stati Uniti.

 

Per la Lega che organizza la Championship, la Serie B inglese in cui milita il Leeds United, è una "condizione disqualificante per la sua eleggibilità come proprietario o presidente" e "la situazione nella quale è stato coinvolto fa ragionelvolmente pensare che possa essere considerato come una persona disonesta".

 

Cellino ha due settimane di tempo per appellarsi a questa decisione. Di recente però non ha nascosto una certa dose di stanchezza. Stanco di appena 45 giorni da proprietario del Leeds United. Tanto è passato dal 7 febbraio, giorno dell'ufficialità dell'acquisto, al 24 marzo, giorno della bocciatura della Football League.

 

La vicenda di Cellino ricorda da vicino quella di un altro personaggio che non ha resistito a lungo sotto i cieli dello Yorkshire: Brian Clough, uno dei più grandi tecnici della storia inglese.

 

Era il 1974, Clough arrivava all'Elland Road al posto del nemico Don Revie, allenatore del Leeds più vincente di sempre, promosso a manager della nazionale di Sua Maestà. Clough non aveva mai nascosto la sua sincera e profonda antipatia per il modo di intendere il calcio di Revie e dei suoi giocatori. Da allenatore dei campioni d'Inghilterra in carica Clough si mette tutti contro fin dall'inizio e dopo appena 44 intensissimi giorni viene allontanato.

 

La storia di Clough all'Elland Road è stata magistralmente raccontata da David Peace in un romanzo dal titolo esplicativo: The Damned United, tradotto in italiano dal Saggiatore come Maledetto United. Nel 2009 Tom Hooper lo ha portato con grande successo al cinema.

 

 

Due epoche, due vicende, due ruoli, due personaggi molto diversi. Cellino, nei suoi 45 giorni, e Clough, nei suoi 44, qualcosa in comune però ce l'hanno: essere capitati in un club maledetto.

 

Fabio Galluzzo