di Pietro Turchi

 

 

Chissà quanti bambini hanno sognato, almeno una volta nella vita, di segnare un gol decisivo, a San Siro, in pieno recupero. 

 

Uno di loro è stato Kevin Lasagna da San Benedetto Po, tifoso dell’Inter e con il sogno nel cassetto di segnare con la casacca nerazzurra. 

Qualcosa nella trama deve essere andato effettivamente storto, ma poco importa. 

E’ il minuto 92 di un Inter-Carpi ancora in bilico e Lasagna, su suggerimento del compagno Bianco, taglia fuori la difesa nerazzurra e fredda Handanovic con un sinistro chirurgico.

 

E pensare che nemmeno due anni fa, Kevin sgomitava sui campi della Serie D a caccia di un futuro che avesse il pallone come centro di gravità. Cresciuto a Suzzara, nel mantovano, ha esordito in Promozione con la Governolese, vincendo il campionato. Nell’estate del 2011 arriva la chiamata del Lumezzane di Davide Nicola, allora in Prima Divisione, ma, dopo un periodo di prova, la società bresciana decide di puntare su prestiti di giovani provenienti da vivai di Serie A.

Sfumata l’occasione, il ragazzo non si scoraggia e riprende a lavorare con passione, disputando un altro ottimo campionato con la Governolese. Al termine della stagione il trasferimento in Serie D al Cerea e, infine, il fortunato passaggio all’Este dove sigla 21 gol in 33 partite. 

 

Scartato pure da Mantova e Castiglione, la svolta della sua carriera si chiama Cristiano Giuntoli. Profondo conoscitore di campionati minori, Cristiano nota nel ragazzo delle caratteristiche fisiche e tecniche rare. Velocità supersonica, mancino al fulmicotone e un’incredibile predisposizione al lavoro ed al miglioramento.

“Da quando sono piccolo mi prendono in giro per il mio cognome”, sussurra Kevin con un timido sorriso al momento dell’incontro con la stampa. Meno ermetico è invece Giuntoli che, senza troppe remore, si sbilancia: Kevin vi stupirà, un giorno diventerà l’attaccante della Nazionale italiana”.

 

 

 

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Castori e Lasagna (foto Carpi FC 1909)


Da subito, per quel cognome così particolare in terra emiliana, diventa l’idolo della tifoseria biancorossa che gli affibbia il soprannome di KL15, quasi a pubblicizzare un marchio. Marchio che si riconosce ben presto nella fame di calcio e nella grinta con cui il ragazzo addenta la gara. Pian piano si adatta alla categoria ed i minuti che Castori gli concede crescono. Arriva addirittura il primo gol in campionato, a chiudere un Carpi-Cittadella sul 5-2. Con Jerry Mbakogu in forma smagliante, Kevin fatica a trovare spazio, ma poco importa: sorrisi e lavoro. Il nigeriano si infortuna e, improvvisamente, esplode.

Sigla il 2-0 contro l’Avellino e distrugge l’inseguitrice Vicenza con una doppietta straordinaria, che ne esalta le doti fisiche e tecniche. Il quinto sigillo stagionale arriva nel 3-0 contro il Brescia, con il suo solito sinistro.

La stagione si chiude e Kevin è diventato grande.

 

Durante la parentesi Sogliano, Kevin ha stretto gelosamente al cuore i suoi sogni, senza permettere a nessuno di sottrarglieli. Ha retto all’urto Sannino ed è nuovamente sbocciato sotto la guida del mentore Castori. L’esordio, per uno che non si accontenta mai, non è bastato ed ecco allora il primo gol in Serie A, contro la sua Inter e in quel San Siro che, solo ad entrarci, ti fa venire i brividi.

Dalla Promozione alla porta principale della “Scala del calcio” segnando il gol decisivo, come in un sogno, all'ultimo minuto. 

Ma non fatevi ingannare. Quello di Kevin è un gol che è passato attraverso categorie polverose ed ingrate, che spesso strappano i sogni senza più restituirli, ma che è rimasto sempre vivo grazie soprattutto alla voglia di rincorrerlo.

Uno splendido messaggio a tutti i sognatori del pallone, un invito a prendere in mano il proprio sogno e coltivarlo, con lavoro e fatica, magari sognando, proprio come Kevin, un gol a San Siro. 

 

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Lasagna esulta a San Siro (foto Carpi FC 1909)