La cessione di Mario Balotelli, giusta o sbagliata che debba considerarsi, ha inevitabilmente fatto segnare un vuoto all'interno delle gerarchie dell'attacco rossonero. Innanzitutto per una questione di peso mediatico, e poi perchè, piaccia o meno, 14 volte in porta, in campionato, Mario Balotelli l'aveva pur messa dentro. Un'eredità, o presunta tale, che il Milan ha scelto di consegnare nelle mani, ma soprattutto nei piedi di Fernando Torres: un'operazione in pieno stile Galliani, per un campione che in molti si erano affrettati a bollare come finito. Troppo tempo che ha smesso col calcio di un certo livello, e Mourinho mai lo avrebbe lasciato andare se fosse ancora stato in condizione, si diceva: ma non era questo il pensiero rossonero, che su El Niño puntava forte e pesante, come l'ingaggio assicuratogli per portarlo a Milano.
Ma le apparenze ingannano, anche se a volte ci pigliano pure. E, col fatidico senno di poi perfezionatosi in queste 12 giornate di campionato, ne abbiamo avuto la piena conferma. Perchè Fernando Torres non è più quel ragazzino biondo che aveva saputo infiammare le platee, anzi. Fernando Torres è uno dei peggiori attaccanti in Italia, anzi, il peggiore. Ed ecco i 5 motivi che lo dimostrano e che difficilmente potranno essere contraddetti.
1. ESSERE ATTACCANTE SIGNIFICA FARE GOL. Sino a questo momento, Fernando Torres ha messo a segno 1 gol in 10 partite giocate e su 12 partite di campionato a disposizione. Un bottino avarissimo, considerando anche che il Milan ha invece segnato 21 gol, compreso quello di Menez ieri nel derby. Un'incidenza, sulla produttività realizzativa rossonera, di poco superiore al 4%. In proiezione, nell'intero campionato, fanno circa 3 gol totali. Imbarazzante. Un certo Andreas Andersson, considerato tra i peggiori investimenti rossoneri degli anni '90, ne realizzò 1 in 13 partite. Il connazionale del Niño, e tanto vituperato, Javi Moreno, 2 in 16.
2. E SE NON FAI GOL, NON PUOI GUADAGNARE PIU' DEGLI ALTRI. Torres ha un contratto fino al 2016, a circa 4 milioni di euro a stagione (più bonus). Il che vuol dire che il Milan ha così immobilizzato un capitale di, approssimativamente parlando, 15 milioni di euro. Possibile che quest'estate non ci fosse un modo migliore di spendere così tanti soldi?
3. RENDIMENTO FANTACALCISTICO PESSIMO. Perchè fanta vuol dire pagelle, e pagelle vuol dire valutazione (sì soggettive, ma basate su dati oggettivi) di quanto visto in campo. E Torres, sul campo, ha fatto davvero poco. Ma soprattutto male: media voto di 5,56, che si alza a 5,83 considerando anche bonus e malus. Uno score inaccettabile per chi ad agosto ci aveva puntato, anche perchè, considerando chi ha giocato il suo stesso numero di partite, solo in due hanno fatto peggio di Torres: Denis e Belfodil. Che sicuramente sono stati meno pagati, oltre che meno ambiti, in ogni fantalega.
4. NEL DERBY MAI IN AREA DI RIGORE. Perchè uno così, tra l'altro anche campione del Mondo, almeno nella grande partita, qualcosa dovrà pur fare. Ed invece, anche contro l'Inter, il copione è stato quello recitato già lungo l'inizio di questo campionato: Torres non è mai entrato nell'area di rigore nerazzurra, se non con leggerissime quanto impercettibili toccate e fuga (dati opta). Ma Pazzini farebbe davvero così tanto peggio? E soprattutto Menez, più volte schierato finto nueve da Inzaghi, non rischia seriamente di segnare meno con un Torres che ostruisce potenziali spazi d'inserimento, suoi ma non solo?
5. PERCHE' AL SUO POSTO IN TROPPI AVREBBERO FATTO MEGLIO. Vogliamo dirla tutta? Facciomolo. Perchè in 67, tra gli attaccanti della Serie A con almeno una presenza, hanno fatto meglio di lui. Anche Paloschi, recentemente lasciato andare proprio dal Milan. Nonostante il misero bottino di 2 gol, Alberto ha dalla sua numeri migliori su tutti i fronti possibili. Quegli stessi numeri che invece condannano Fernando: nel Milan è il secondo con meno passaggi riusciti, e nella classifica rossonera delle palle recuperate è il secondo peggiore dietro solo ad Armero, che in campionato ha giocato 19 minuti. Statistiche emblematiche di un lavoro che manca sia in fase realizzativa che in quella di aiuto alla squadra. Anche Djuric, Amauri, Juanito Gomez e Meggiorini avrebbero, e hanno, saputo far meglio. Figuriamoci Galliani.
Andrea De Pasquale