di Pietro Turchi

 

 

La piazza interista si è improvvisamente infiammata per il colpo Kondogbia, top player di livello europeo, strappato ai cugini rossoneri. I 40 milioni spesi dall'Inter hanno riscaldato il cuore dei tifosi più assopiti, ormai mentalmente violentati dai risultati degli ultimi anni.

 

Finalmente si vede l’impronta di Thohir. Serviva poco, in termini di gesti, molto, a livello economico, per riportare entusiasmo nella Milano nerazzurra. L’acquisto di Kondogbia ha riportato quella passione e quell’ottimismo persi negli ultimi anni, a causa di scarsi risultati e girandole di giocatori e allenatori poco convincenti.

Già, allenatori. Perché se dal punto di vista dei risultati sul campo Mancini non ha fatto meglio di Mazzarri, fuori dal rettangolo verde l’appeal è diverso.

La garanzia del Mancio ha permesso di chiudere trattative importanti, come quelle per Murillo e Miranda, due difensori passati inizialmente in sordina, ma recentemente innalzati dagli onori della cronaca della Copa America.

 

Il lavoro della dirigenza interista è però solamente all’inizio. Uno degli acquisti più importanti dell’Inter potrebbe essere la conferma di Kovacic. Il giovane croato non ha mai mostrato una grande costanza di rendimento, ma è indubbiamente uno dei pochi giocatori che nell’ultima stagione ha saputo illuminare San Siro e dintorni con giocate di valore tecnico elevato. 

La conferma di Kovacic potrebbe essere la quarta ciliegina sulla torta dell’estate interista.

 

Certo, ma come finanziare i nuovi arrivi?

Con l’arrivo di Kondogbia, non ritengo più indispensabile la permanenza di Guarin. Il colombiano, uno dei pochi giocatori dell’Inter ad avere mercato all’estero, può essere ora sacrificato per fare cassa. Le acquirenti si scopriranno presto.

Hernanes pure. A differenza di Guarin non avrà un gran mercato. A 30 anni compiuti e con un contratto così oneroso, difficilmente qualcuno busserà alla porta nerazzurra con un’offerta convincente. Per di più, a logica di bilancio e visti i 20 milioni spesi per il suo acquisto, svenderlo sarebbe una minusvalenza troppo incisiva.

 

Ecco che allora verranno valutate altre situazioni. A centrocampo andrebbero piazzati Obi e Kuzmanovic su tutti, ma l’occhio cade inevitabilmente sulla difesa.

Con l’arrivo di Murillo e Miranda, qualcuno dovrà partite. Appurato che Vidic non ha mercato e, sinceramente, con una difesa a quattro potrebbe essere titolare, i nomi buoni rimangono quelli di Juan Jesus e Ranocchia. Difficile stabilire una cifra certa e soprattutto una destinazione, ma l’impressione è che per loro non ci sia più un gran posto in squadra. O almeno, non verrà certamente garantito loro il minutaggio del passato.

 

Il capitolo terzini andrà decifrato al più presto.

La mia idea è che, con un’offerta congrua, qualsiasi terzino dell’Inter possa essere ceduto. Né Santon, né Nagatomo, né Dodò, né quantomeno D’Ambrosio, al momento, fanno la differenza. Sono giocatori assolutamente rimpiazzabili a basso costo e se qualcuno dovesse informarsi relativamente alla loro situazione credo sia giusto parlarne.

 

Detto ciò, vendere diventerà necessario soprattutto a ridosso del ritiro di Brunico, quando verranno individuati gli ultimi rinforzi per puntellare la rosa. L’entusiasmo non mancherà, ma trattenere Kovacic potrebbe davvero fare la differenza.
Dunque #SaveKovacic. O almeno proviamoci.