Giambattista Vico sosteneva la ciclicità della storia e chi vi scrive è un accanito sostenere di questa teoria della ricorrenza degli avvenimenti. È bello pensare che - a intervalli imponderabili - tutti abbiano la possibilità di vivere dei momenti già accaduti in passato con l'aggiunta di qualcosa di nuovo dato dalla progressione del tempo e degli eventi intercorsi fra l'inizio e la fine del ciclo in questione. E il calcio - sempre a detta di chi vi scrive - è soggetto a un'infinità di corsi e ricorsi storici. Tutto questo panegirico per due motivi: il primo è quello di fare un endorsement per uno dei filosofi meno considerati sui banchi di scuola; il secondo - discretamente più attinente al nostro contesto - è quello di arrivare a dire che la stagione in corso potrebbe essere la copia-carbone di quella del 2011/12, ovviamente adeguatasi agli eventi di questi 6 anni.

Potrebbe. 

Il condizionale è d'obbligo perché ancora siamo in quel campo in cui si può parlare soltanto di coincidenze, di scherzi del destino, ma sabato sera queste "affinità" potrebbero lasciare spazio alla storia che si ripete quando Inter e Juventus si affronteranno. O meglio, quando Allegri e la sua squadra super-favorita si presenteranno a San Siro contro l'Inter con lo Scudetto in palio. Era il 6 maggio del 2012 quando l'ex tecnico del Cagliari al secondo anno sulla panchina del Milan campione d'Italia si giocava il titolo con la Juve di Conte che ancora era lungi dall'aver iniziato il proprio ciclo. Di contro c'era un'Inter che aveva concluso il suo ciclo vincente e si apprestava a vivere il suo periodo più buio della storia recente e tutto questo, paradossalmente iniziò grazie alla vittoria su quel Milan che - conseguentemente - chiuse il suo ciclo a favore della Juventus.

A parte la beffa del calendario di porre una gara così importante in una giornata così a ridosso della fine del campionato, la vera coincidenza è la squadra che si appresta ad affrontare l'Inter a San Siro. Quel Milan lì era una squadra oggettivamente più forte della concorrenza in Italia e un arbitraggio quantomeno discutibile di Kuipers le costò l'approdo alle semifinali della Champions League in favore del Barcellona che vinse il ritorno 3-1 dopo aver pareggiato 0-0 a San Siro e beneficiando di due rigori, di cui uno molto contestato - ricorda nulla? -. Questa Juventus è oggettivamente la squadra meglio assemblata in campionato e solo una super stagione del Napoli le ha vietato di festeggiare con largo anticipo il 7° Scudetto consecutivo, una stagione molto simile a quella che fece la Juventus di Conte che per fronteggiare il Milan di Allegri fu costretto a rimanere imbattuto per 38 giornate di fila.

Sento già le polemiche dietro gli schermi di chi legge: "Il gol di Munt...", la tagliamo breve: quello non si può ripetere più - per fortuna - perché le migliorie tecnologiche hanno definitivamente estirpato la possibilità che possano accadere situazioni simili - la storia è sì ciclica, ma la civiltà si evolve -. Ci sarebbero anche delle altre coincidenze minori, come il pareggio 1-1 contro una squadra del Sud nelle fasi finali del campionato sia per il Milan che per la Juventus, ma quelle sono di poco conto rispetto a quello che potrebbe avvenire sabato sera. La gara contro l'Inter potrebbe essere la chiusura del cerchio, un cerchio durato 2183 giorni e iniziato proprio a San Siro.

Un cerchio che però ha avuto varie diramazioni.

Per Allegri nel breve segnò la fine del rapporto col Milan ché di lì a poco iniziarono i problemi del club rossonero salvo poi portarlo a essere uno degli allenatori più vincenti e più ambiti in Europa; per la Juventus diede l'avvio al ciclo che stiamo vivendo tutt'oggi; per l'Inter coincise con l'ultimo atto di momentanea gioia, un attimo illusorio di felicità prima del torpore di questo lustro. E sabato paradossalmente la storia potrebbe ripetersi generando effetti diametralmente opposti. Dopo 311 settimane e 6 giorni se dovesse ripetersi per Allegri lo stesso risultato di quel Milan-Inter la Juventus potrebbe vedersi sfuggire via dalle mani il titolo, Allegri potrebbe iniziare a subire un po' la nomea di allenatore che soffre i duelli - uno bravissimo a vincere per dispersione, ma che fatica a sgomitare in volata - e l'Inter potrebbe dare un segnale importantissimo nella ricerca della Champions League che manca proprio dalla stagione 2011-12.

Già, l'Inter.

In questo scenario i nerazzurri appaiono essere lo sparring partner che il destino si diverte a frapporre nella lotta Scudetto altrui, ma non è solo questo adesso. Quello di San Siro sarà verosimilmente l'Inter-Juventus più sentito di queste ultime stagioni e non perché c'è la voglia da parte del popolo nerazzurro di sgambettare gli acerrimi nemici bianconeri, ma perché oltre l'ostacolo raffigurato dalla squadra torinese c'è un traguardo che da troppo tempo sfugge all'Inter: quella Champions League che ha preso i connotati del Sacro Graal per i milanesi. È da quel derby vinto 4-2 in rimonta che la ricerca va a vuoto nonostante si inizi sempre con le migliori promesse e con la convinzione di poterci riuscire; adesso che è a pochi passi sembra essere quasi inarrivabile a causa di una Lazio davvero meritevole e di una Roma a dir poco sorprendente per stabilità mentale. Un risultato positivo potrebbe cambiare tutto per l'Inter e chiudere il cerchio negativo, la spirale di vuoto in cui si è entrati in questi anni.

E anche Spalletti lo sa. E anche Spalletti vuole chiudere un cerchio: l'anno scorso battendo la Juventus si assicurò il secondo posto e la Champions League che però perse andando all'Inter. All'inizio dell'anno pretese di riottenerla dai suoi nuovi giocatori, è giunto il momento per loro di chiudere tutto questo. Anche se la Juve non sarà sicuramente disposta a concedere facilmente ciò.

La storia è ciclica, gli eventi si ripercorrono sempre e noi non ce ne accorgiamo. Sabato sera potrebbe accadere di nuovo, come non potrebbe. Solo il tempo ce lo dirà.