La storia è ormai nota, andata in onda in brevi e ravvicinate puntate, a cavallo della fine della scorsa e l’inizio di questa settimana: l’Inter offre una cifra importante per acquisire le prestazioni sportive di Domenico Berardi, attaccante esterno in forza al Sassuolo ed interamente di proprietà della società emiliana e, prima ancora di una qualsivoglia risposta ufficiale e/o ufficiosa da parte dei neroverdi, è Beppe Marotta, Amministratore Delegato della Juventus, a replicare circa le voci sull’offerta – 25 milioni, sic et nunc, al Sassuolo – formulata dall’Inter al Sassuolo, dicendo testualmente quanto segue: “Non credo vada all'Inter, io ho parlato con Squinzi e Carnevali che sono persone serie”.
Il dirigente bianconero, contestualmente, ha precisato anche qual è il vincolo che lega (?) Berardi alla Juventus: "Posso dire che rimane nella nostra orbita, anche se non c'è nessun accordo scritto ma solo verbale. Se il giocatore manifesta, come ha fatto, l'intenzione di proseguire la sua crescita in un habitat a lui congeniale come Sassuolo, è giusto rispettare questa scelta. È solo un discorso legato alla volontà di crescere”.
Solo dopo arriverà una risposta da parte dei vertici societari del Sassuolo, finalizzata a rimarcare la propria autonomia decisionale su Domenico Berardi e a respingere ulteriori "invasioni di campo", ma il primo a parlare è stato Marotta: questo è il dato, anche coronologicamente parlando.

Per comprendere tutto, è necessario ricostruire qualche ulteriore passaggio a ritroso: la Juve, verso inizio giugno si presenta dal Sassuolo, forte di questo cosiddetto “gentlemen’s agreement”, con un’offerta per rilevare il cartellino di Berardi (25 milioni circa), con gli emiliani disposti a chiudere velocemente per la cessione. Berardi ha detto no. Poi se abbia detto di no perché preferiva rimanere al Sassuolo (come riferito da Marotta), oppure se perché preferisce non andare alla Juventus (quantomeno concediamogli il beneficio del dubbio!), lo lasciamo al libero pensiero di chi legge.

A compendio di quanto sopra, va riferito che il procuratore di Berardi, Simone Seghedoni, ha confermato che l’offerta dell’Inter c’è realmente ed è buona: “Abbiamo ricevuto una proposta dall'Inter, che è determinata a prendere il giocatore e ha formulato un'offerta importantissima sia per il club che per il giocatore, aspettiamo che Domenico torni dalle vacanze per valutarla insieme”, aggiungendo una postilla di non poco conto: “Marotta non lo vede all'Inter? In questo momento le parole più importanti devono uscire dal Sassuolo”. In sintesi: Berardi all’Inter ci andrebbe di corsa e Marotta non s’intrometta.

Rifuggendosi, in questa sede, dal voler disquisire la differenza fra preferire di rimanere a Sassuolo piuttosto che rifiutare la Juventus, per completezza d’informazione va detto che nell’estate scorsa gli emiliani hanno risolto a proprio favore la comproprietà di Berardi, versando nelle casse bianconere qualcosa come 13 milioni, più o meno contestualmente all’operazione che portò Zaza ad essere acquistato interamente dalla Juve. Già all’epoca di questo doppio-affare tutti gli organi di informazione avevano ventilato una prelazione da parte della Juve sul talento nato a Cariati.
A ciò si aggiunga che, secondo i regolamenti italiani, non è assolutamente contemplata la cosiddetta “recompera”: discorso differente è quello che riguarda eventuali scritture private che le parti contraenti possono allegare ai contratti e che, una volta esaminate ed avuto il placet dalla Lega Calcio, costituiscono parte integrante e sostanziale dell’accordo siglato fra le parti. Ma, per quanto è emerso dalle dichiarazioni di Marotta, la Juventus, nei confronti di Berardi, può vantare “soltanto” una stretta di mano con i vertici societari del Sassuolo.

Come sicuramente saprete, dal giugno 2014 sono state abolite anche le “vecchie” comproprietà, un istituto che, per anni, ha regolamentato gran parte dei trasferimenti in Italia e che, se non altro, aveva il pregio di rendere chiare le “quote” di partecipazione delle società sui calciatori.
È evidente che l'eliminazione delle comproprietà ha innescato tutta una serie di condizioni borderline che, giocoforza, basandosi su rapporti d’amicizia o di lavoro, piuttosto che di “convenienza” sportiva, rendono meno chiare, meno cristalline, certe situazioni, pur rimanendo nell'ambito della liceità. E questo, in un mondo, quale è quello del calcio, non rinomato per essere specchiatamente adamantino, magari non è proprio qualificante, volendo esprimere una riflessione a carattere generale, decontestualizzata dalla vicenda-Berardi.

Ritornando alle parole con cui Marotta ha espresso la propria “sensazione” circa il futuro di Berardi, al di là di eventuali azioni legali che l’Inter pare si stia riservando di promuovere, il parere di chi scrive è che si sia trattato di affermazioni che, per semplici motivi d’opportunità, sarebbe stato meglio non pronunciare da parte dell’A.D. bianconero, quantomeno non caricandole con questo piglio dispotico.

Se è vero che la Juve è sicura di avere una qualsivoglia forma di parola data col Sassuolo per il calciatore, che motivo c’è di uscire allo scoperto, facendo vedere a tutti quanti che su Berardi, formalmente interamente di proprietà emiliana, decide Marotta se, quando e dove potrà andare a giocare?
Cosa vuol significare l’entrata a gamba tesa dell’ex DS della Sampdoria nella vicenda? Che Marotta sia, in questo momento, il dominus assoluto nel calciomercato italiano è acclarato, quindi, a maggior ragione, che senso ha un’uscita del genere, che tende all’auto-celebrazione del proprio ruolo di "padrone" indiscusso?

Si tratta di una piccola (?) auto-esaltazione, un voler rimarcare la vastità del perimetro all’interno del quale vi è facoltà di fare la voce grossa, oppure Marotta è consapevole che, al di là del feeling personale di stima e amicizia con la dirigenza del Sassuolo, oltre che dei rapporti di reciproca utilità fra bianconeri e neroverdi, c’è la possibilità che Berardi, magari stanco di essere trattato come un pacco postale, possa far valere le proprie idee ed ambizioni?

Mi aspettavo lo sai, un rapporto un pó piú normale,
quale eventualitá, trovarmi una collocazione,
ora spiegami dai, l'atteggiamento che dovró adottare...

Il triangolo no, non l'avevo considerato...