Tra poche ore la Juventus scenderà in campo per l'ultima volta nella stagione 2020/2021, con ogni probabilità questa sarà anche l'ultima volta che vedremo Andrea Pirlo seduto sulla panchina della Vecchia Signora. Arrivato sulla panchina dei bianconeri dopo Maurizio Sarri l'ex regista non è riuscito a dare la svolta alla squadra alle prese con una grande crisi di identità dopo il quinquennio d'oro targato Massimiliano Allegri.

Dopo il suo insediamento Pirlo aveva dato l'impressione di avere le idee molto chiare sul tipo di gioco da proporre con un atteggiamento chiarissimo fin dalle prime uscite estive. Arrivati però al periodo degli impegni ufficiali si ha avuto fin da subito qualche perplessità sul livello di apprendimento della squadra; sul rettangolo di gioco Ronaldo e compagni hanno alternato prestazioni brillanti, soprattutto in ambito europeo, ad altre decisamente sotto tono in cui era palese la mancanza di grinta dei giocatori, come se la convinzione di essere così tecnicamente superiori dovesse condurre alla vittoria "col pilota automatico". La svolta, in negativo, è arrivata nell'ultimo impegno del 2020, con la Fiorentina che ha banchettato serenamente allo Stadium portandosi a casa un roboante 0-3, risultato che non si era mai avuto dalla fondazione del fortino bianconero. Da quel momento la squadra è diventata l'ombra di sé stessa, nonostante l'illusorio poker calato all'Udinese alla ripresa del campionato.

La vittoria in Supercoppa contro il Napoli aveva riportato un po' di serenità ed un pizzico di entusiasmo in casa Juventus, ma l'uscita di scena dalla Champions League contro il Porto ha definitivamente affossato tutto l'ambiente, non tanto per il risultato in sé, quanto per le modalità con cui questa eliminazione è maturata. Nella doppia sfida contro i portoghesi la squadra è apparsa molle e distratta con reti subite nei primi minuti di gioco e l'amarissima ciliegina del calcio di punizione decisivo in cui né la barriera né Szczesny sono sembrati irreprensibili. Questa depressione ha portato la sua lunga ombra anche in campionato dove i bianconeri si sono allontanati sempre di più dalla lotta Scudetto, finendo con il mettere a repentaglio anche la qualificazione alla prossima edizione della Champions League, ora legata ad un filo sottilissimo e, soprattutto, al di fuori delle mani juventine. Se vuol leggermente aumentare le proprie chances di rimanere sulla panchina della Juventus Pirlo dovrà non solo vincere la sfida di questa sera contro il Bologna, ma sperare contemporaneamente in un passo falso di Milan o Napoli. 

Non avere il destino nelle proprie mani è una sensazione "nuova" per i bianconeri, abituati nell'ultimo decennio ad avere sempre il pallino della situazione in pugno, disponendo a piacimento delle avversarie nelle ultime giornate di campionato e potendosi permettere di ragionare con calma su quando alzare o abbassare il ritmo delle proprie prestazioni. Il saliscendi di questa stagione, con pochi picchi e moltissime gole, invece non permette più questo lusso. Questa sera Ronaldo e soci dovranno riproporre quanto di buono fatto vedere nelle ultime uscite con Inter ed Atalanta, partite in cui i bianconeri hanno dimostrato di saper alzare il livello di attenzione e di concentrazione, fermando avversari che, sulla carta, almeno quest'anno sono sembrati superiori per gran parte della stagione.

Dopo il triplice fischio finale, indipendentemente da quale sarà l'esito, inizierà il tempo delle riflessioni. La sensazione è che le ultime due stagioni siano state "buttate" alla ricerca di qualcosa che la rosa attuale della Juventus non può proporre. La dirigenza dovrà potare i rami secchi e ricostruire, come sapientemente fatto negli anni passati. Questo passerà sicuramente da scelte dolorose, sia dal punto di vista affettivo che da quello economico, ma una società come quella bianconera non merita di vivere altre stagioni difficili come questa, al netto dei due trofei conquistati. Per questo il primo passo sarà, quasi certamente, quello dell'arrivederci a Pirlo, in attesa che quest'ultimo possa fare altre esperienze come allenatore, formarsi ulteriormente e, perché no, riprendere un giorno le redini della squadra per riportarla nelle posizioni che merita. 

Successivamente alla scelta del nuovo tecnico ci si dovrà gettare a capofitto nel mercato, per cercare giocatori utili a quello che sarà il nuovo corso tecnico e tattico della squadra, tenendo sempre conto della scure economica che potrebbe abbattersi in caso di mancata qualificazione alla massima competizione europea. Non arrivare in Champions League vorrebbe dire un clamoroso abbattimento degli incassi per la Juventus con la conseguente necessità di limitare il monte ingaggi e rimpinguare le casse tramite cessioni, più o meno importanti. Tra i primi a partire ci sarebbe Cristiano Ronaldo, economicamente quasi insostenibile per una squadra di Europa League e con lo stesso portoghese ancora desideroso di mettersi alla prova in Champions; il numero 7 però non sarà l'unico a partire e la dirigenza dovrà essere brava nello spuntare le cifre più alte possibili, mettendo a segno plusvalenze che permettano di dare respiro alle casse e, contemporaneamente, investire nuovamente nel mercato per dare al prossimo tecnico una rosa completa e che possa centrare i traguardi prefissati.