E' quasi un luogo comune, ma spesso e volentieri è qualcosa di difficilmente smentibile: il calcio vero, quello che vive della passione di chi ci gioca e chi fa enormi sacrifici per inseguire un pallone in giro per un rettangolo di gioco, è il calcio che si ammira nei campi sperduti delle serie dilettantistiche, lì dove trovi appassionati di ogni genere ed in qualunque veste, dal dirigente che non ha mai giocato a calcio per evidenti limiti tecnici e/o fisici all'ultimo terzinaccio che ha come stile di vita la caccia alle caviglie dell'attaccante avversario più che arare la propria fascia di competenza. Parallelismo più, parallelismo meno, è questo il contesto nel quale vive e opera l'A.S.D. Terme Vigliatore, squadra militante in uno dei gironi della Promozione siciliana, suo malgrado protagonista di un episodio per lo meno curioso per evitare di andare troppo al di là con le parole.

Prima di arrivare al dunque è necessaria una considerazione: purtroppo non sono sicuramente casi isolati quelli nei quali si sente parlare di aggressione ad arbitri nei campi di provincia, tema della sicurezza che probabilmente non è mai stato trattato come si deve da chi di dovere, ma è altrettanto vero che tale situazione è stata spesso usata per opere di sciacallaggio o semplicemente per rendersi protagonisti per un momento nelle cronache locali e, perché no, anche nazionali. Ed è probabilmente di questo che vi si sta per parlare.

Sabato scorso, durante il match fra il Terme Vigliatore e l'F.C. Milazzo, come detto match di Promozione, le due squadre messinesi non sono state messe in condizione di chiudere la sfida perché a poco più di dieci minuti dal 90' il direttore di gara ha deciso di interrompere il match per presunti motivi di sicurezza considerando il parapiglia ingestibile - sempre secondo la sua tesi, evidentemente - venutosi a creare a seguito di un fischio arbitrale. Facile pensare, senza guardare le immagini, che l'arbitro abbia optato per la scelta giusta: spintoni di qua e spintoni di là, pugni a destra e a manca, minacce da tutte le parti, e chi più ne ha, più ne metta. Ovviamente con annesso referto arbitrale con presentazione dell'accaduto che permetta al giudice sportivo di infliggere i giusti provvedimenti per punire i criticabili protagonisti, e salto in carriera per il fischietto in questione ben coadiuvato dagli assistenti. Benissimo, dimenticatevi assolutamente uno scenario del genere, non è successo nulla di tutto ciò! Perché tanta sicurezza nello smentire quanto sopra?

Intanto è doveroso riportare quanto comunicato sul proprio profilo Facebook dalla società di casa:

Poi un attimo di silenzio per riordinare le idee, e subito dopo osservate quanto realmente accaduto come ripreso integralmente dagli spalti:

Si evince chiaramente che il signor Sorbello, arbitro del match, non ha capito praticamente nulla di quello che stava succedendo, e, imitando alla perfezione Ponzio Pilato, ha scelto di lavarsene le mani con una decisione che ha lasciato sbigottiti non solo giocatori, dirigenti e spettatori presenti, ma anche i suoi stessi assistenti, come dimostrato dalle immagini di cui sopra.

La cosa incredibile è che a questi livelli teoricamente elementi video non sono previsti come strumenti per capire al meglio come sono andate le cose, e dunque a far fede è prettamente il referto arbitrale: una sorta di abuso di potere che rischia di rovinare quanto fatto ad oggi dalle società, dai giocatori che rischiano così squalifiche storiche, ma che a questo punto ci si augura che possa far capire a chi di dovere quanto inadeguato sia anche il ruolo di arbitro per chi ha preso una decisione tanto affrettata quanto inadeguata.

A conclusione di tutto quanto sopra, è doveroso sottolineare che il sottoscritto è disposto a concedere spazio sul proprio blog a chiunque avesse altro da aggiungere sulla questione. Per ora resta l'amaro in bocca ed il dovere morale di "denunciare" una situazione che definire assurda probabilmente non rende del tutto l'idea delle cose.