In salita si arranca. La vetta sembra irraggiungibile quando senti che le forze vengono meno. Provi a voltarti indietro cercando invano uno scatto d’orgoglio, ma resti piantato sulle gambe. I fantasmi del passato stanno lì a ricordarti che nulla può essere come prima. Ed è proprio in questo stato di pessimismo cosmico che farebbe invidia al Giacomo più bistrattato della storia, in questo giorno di dolore, che ti aggrappi a quello slancio di vita che riesci a scorgere in lontananza.
E’ un guizzo, inaspettato, che ti scuote dal torpore in cui ti stavi lentamente e tristemente abbandonando. Viene dal nord, da un paesino di 5.000 anime del bergamasco. Registrato all’anagrafe del comune di Calcinate il 20 dicembre 1993 Andrea Belotti è tutto ciò di cui avevamo bisogno per tornare a sperare che dopo la tempesta - come si suol dire - spunti sempre il sole!
Sono bastati 100 minuti (18 a Bari, 37 a Brescia e 45 a Siena per dover di cronaca) per capire che Belotti, concittadino di un certo Manolo Gabbiadini, è la speranza, il futuro. Le tre trasferte in cui il Palermo ha raccolto 4 miracolosi punti grazie alle prodezze del giovane attaccante lombardo devono risuonare come un monito per Iachini (cosi come per il suo predecessore) che non gli ha ancora concesso una chance dal primo minuto, preferendo l’acerbo Dybala. Mi verrebbe da pensare che sia il solito Zamparini iussum. E non credo di avere torto. Dybala, a quanto pare, è costato tanto. Adesso, non vale neanche la metà. Perdere il posto anche in Serie B sarebbe un grave colpo per una delle poche società che ha chiuso in attivo il bilancio (Entrate: 20.000.000 € - Spese: 6.850.000 € = +13.150.000 € - fonte transfermarkt). Ecco allora che la mia perplessità pare fondata.
Belotti, a differenza del coetaneo argentino, ha fame. Fame di guadagnare un palcoscenico importante con la maglia rosanero, di dimostrare di meritare la fiducia di Di Biagio che lo ha lanciato con la nazionale Under 21. Basta vederlo esultare per capire che ha l’argento vivo addosso.
Prima punta che può essere adattata anche come seconda a fianco di uno svagato Hernandez che seppur a mezzo servizio fa la differenza in Serie B, vede la porta come pochi. Forte fisicamente, ha nel colpo di testa una delle sue armi migliori.
Emiliano Mondonico, suo grande estimatore ai tempi dell’Albinoleffe, lo ha incoronato come il nuovo Vialli. Un paragone forse un po’ azzardato, su cui però il “Mondo” si è decisamente sbilanciato.
Belottino (così lo chiamavano a Bergamo per via della presenza del più anziano Mauro) è un patrimonio del calcio italiano che bisogna assolutamente preservare. Lo sa bene di Di Biagio che dopo averlo visionato con l’Under 19 e l’Under 20, l’ha messo al centro del progetto nell’Under 21. Prandelli prende appunti. Iachini pare si stia ravvedendo. Resta solo da convincere Zamparini.
quando tira un po' di vento che ci si rialza un po'
e la vita è un po' più forte del tuo dirle "grazie no"
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha. (Luciano Ligabue)
Giovanni Migliore