Diciamolo, incrociando le dita per qualche altra ora: lo scampato pericolo per la fine del mondo, in casa rossonera ha il gusto agrodolce. Specie dopo l’urna di Nyon.
Perché c’era quasi da ringraziare i Maya, in caso di profezia azzeccata: chiudendo baracca e burattini in questo famigerato 21 dicembre, pare che a prezzo della propria vita, i supporters del Milan si sarebbero risparmiati con tutta probabilità il rischio di una legnata clamorosa e storica tra febbraio e maggio prossimi.
Il Milan dello scorso anno, in quattro partite con il Barcellona incassò 8 reti, al Camp Nou 5 in due sfide. Il miglior Milan dello scorso anno perse 3-2 in casa, con i blaugrana. C’è da chiedersi, con queste premesse, a che mattanza assisteremo nel 2013. Ecco perché, con tutto il rispetto per l’onestà dell’Uefa, e ammettendo che le sinistre assonanze tra sorteggio di prova e sorteggio reale siano frutto del caso, questo caso ha deciso l’anno sbagliato, per essere estremamente ed ulteriormente cattivo. Non diciamo uno Schalke, ma anche soltanto qualcun altro che ammettesse un prenderci gusto, un “vediamo un po’ come va, andiamo avanti, che non si sa mai”. Nulla. Barcellona. C’è da rimpiangere l’errore del profeta avo di Yepes.
Va detto che la fine del mondo che dà forfeit ha dei risvolti anche positivi: detto della probabile figura barbina in quel di Catalogna, beh, sull’argomento c’è da parlare della figura barbina risparmiata. Ve lo immaginate, il team di Trapattoni, Schnellinger, Baresi, Maldini, Nesta e Thiago Silva, presentarsi al cospetto dell’Onnipotente del Calcio, nell’occasione più importante di tutte, con Acerbi e Zapata in difesa. Roba da far ridere a crepapelle San Pietro. E non era il caso, e non era giusto e rispettoso per una storia così. E ci siam capiti.
Postilla: sul tema, la palma d’oro (un premio da fine del mondo) lo scrive uno degli oltre 16.000 lettori che sono stati attivi nella nostra pagina Facebook ieri (a proposito, grazie ragazzi, siete meravigliosi): “peccato però: se il mondo fosse finito, saremmo stati per sempre la squadra più titolata del mondo”. Hai voglia poi reggersi il disco del buon Adriano Galliani, da qui all’eternità.
Ezio Azzollini