Col calciomercato ancora in corso d'opera, da ieri ha ricomimciato ufficialmente a rotolare il pallone, autentico ed unico indiscusso padrone del calcio: assieme a lui, però, sono puntualmente ricominciate le solite filastrocche che per qualche mese eravamo riusciti quasi a dimenticare. Inizialmente si era pensato di scrivere due paroline anche sul discorso fatto da Moratti su Zidane, ma sarebbe saltato fuori inevitabilmente fuori ancora il discorso su Calciopoli, e per ora si preferisce dunque lasciare da parte tali solite diatribe. Concentriamoci, appunto, sulle meraviglie legate al campionato attuale che ha in archivio appena due partite.

Avete sentito / letto le parole di Sarri, mister del Napoli, nella conferenza stampa di presentazione al match dei suoi contro il Pescara? Lui non vuole fare polemiche, non vuole creare alibi, pensa solo al campo, ma eccolo ancora una volta a predicare bene e razzolare male, un po' come il suo presidente, nulla di imprevedibile per quanto stancante: "(...) Spero che le condizioni del terreno non siano quelle disastrose viste in Coppa Italia, (...) mi auguro che si giochi su un campo da calcio e non da beach soccer. Nessuno pensi che cerco alibi (...). Siccome quando Higuain era un nostro giocatore qualche dirigente della Juve ha parlato di lui e mi sono girati fortemente i coglioni, ora io non voglio parlare di lui (...). Un tesserato della Juventus non ci ha nominati tra le squadre favorite (...)". E ancora la sua squadra non ha giocato neanche un minuto del campionato 2016/2017, non osiamo pensare a cosa potrebbe succedere se nei primi novanta minuti non gli concedessero un rigore sacrosanto e non espellessero un difensore della squadra avversaria dopo un fallo killer su un suo giocatore: ogni riferimento agli interventi di Gonzalo Rodriguez su Dybala e Tomovic su Alex Sandro durante Juve-Fiorentina di ieri sera non è puramente casuale.

Ad aprire le danze della stagione ci ha pensato il poker della Roma sull'Udinese, un risultato rotondo che chi ha commentato in diretta la partita si aspettava durante la telecronaca già a fine primo tempo: "vediamo se la Roma segnerà o se resisterà lo 0-0", nessuna possibilità per i friulani, nessun riferimento al dubbio intervento su Widmer nell'area giallorossa. A fine match arriva il 4-0, ed ancora nessun riferimento ai due dubbi rigori concessi per sbloccare il risultato, di cui il secondo praticamente identico come dinamica a quello non concesso a Widmer un'oretta circa prima. La perla, però, è servita in serata quando chi ha commentato Juve-Fiorentina è riuscito a commentare come segue un tocco di mano di Astori in area di rigore: "Io la penso come l'arbitro, fallo clamoroso, non è rigore". Tutto vero. Capita.

Non è finita qui, perché di conferenze pre-partita abbiamo parlato, di commenti durante anche, manca ancora il post-match. E' qui che entra in gioco prepotentemente Paulo Sousa, tecnico gigliato. Questo il suo commento dopo il 2-1 subito in casa della Vecchia Signora: "Abbiamo messo in campo il nostro gioco, abbiamo reagito al loro gol, pareggiato e dominato sino a quasi vincere". Chi ha visto i novanta minuti di ieri non capirà a cosa si riferisce l'allenatore portoghese considerando che la sua squadra dalle parti di Buffon è arrivata rare volte: una col gol di Kalinic su gentile concessione di Alex Sandro, l'altra con un altro paio di tiri sparacchiati sopra la traversa o a lato ma mai pericolosi. Chi invece la partita non l'ha vista cercherà conferme nelle statistiche dove invece troverà dati emblematici: 19 tiri la Juve, 4 la Fiorentina, 54% di possesso palla bianconero, 46% viola. Alla faccia del dominio.

Non c'è che dire, se questo è solo l'inizio, viene paura a pensare a quello che potrà succedere da oggi alla 38.a giornata: buon campionato a tutti, qui si mette il costume da bagno in armadio, è tempo di corazze ed elmo.