“Il doping è un problema etico: è come convincere tutti a pagare le tasse quando non le paga nessuno.”

 

Questa frase che poteva sembrare una battuta è più che mai attuale. Marco Pantani aveva proprio ragione. Al giorno d’oggi le tasse le pagano solo gli onesti. Quanti ne sono rimasti mi verrebbe da chiedere.

Le recenti notizie di doping nel mondo dello sport, da Asafa Powell a Tyson Gay, passando per il recentissimo caso Lampre e gli innumerevoli ciclisti coinvolti, mi spingono a fare delle dovute riflessioni.

Sin da quando ero un bambino alto non più di un metro, amavo lo sport in ogni sua forma. Dal calcio (ovviamente) a tutte quelle discipline definibili come Altri Sport. Michael Jordan, Andrea Giani, Pete Sampras, Michael Schumacher,  Michael Johnson, Miguel Indurain erano i miei miti, delle leggende,  ma soprattutto dei modelli da seguire per un bambino nato negli anni ’80. Passavo le mie lunghe giornate estive emulando le gesta dei miei campioni, improvvisando delle telecronache nei luoghi più disparati dal soggiorno di casa o su per le stradine del mio paese.

 

Aspettavo con ansia le Olimpiadi, i mondiali di nuoto e quelli di atletica leggera, il giro- il tour- le classiche, la Coppa Davis e potrei continuare con qualsivoglia competizione sportiva. La mia memoria storica si è nutrita dei volti giulivi e dei sorrisi trionfali dei miei campioni.

 

Oggi, quando tutti gli Albi d’oro vengono riscritti, mi chiedo se tutto ciò ha avuto davvero un senso. 

Le parole di Alessandro Donati, consulente dell’agenzia Mondiale Antidoping oltreché ex tecnico dell’atletica azzurra, risuonano inesorabili spezzando con durezza quel dolce vagheggiamento. Ecco quanto rilasciato a Panorama.it: "Le Federazioni internazionali cercano di evitare che i loro atleti di vertice finiscano nel fango, questo è evidente. Difficile dire chi potrebbe essere il prossimo campione a essere smascherato, ma certo posso dirvi che nelle discipline in cui la forza ha un ruolo determinante, i primi 10-15 al mondo sono tutti più che sospettabili di doping. Perché gli ormoni anabolizzanti modificano la forza in modo così imponente che si apre un baratro con gli altri che non li utilizzano. Discorso analogo vale per le specialità di resistenza in cui l'Epo scava un abisso rispetto a chi non lo assume. Questi sono dati di fatto. E' ipocrita chi sostiene che con un allenamento corretto si possono raggiungere certi risultati. Non è vero. Questo lo dice chi ha sposato la causa del doping, per confondere addetti ai lavori e appassionati".

E’ davvero desolante aspettare che da un giorno all’altro possa saltare fuori l’ennesimo scandalo  sul doping pronto a cancellare il sorriso sul volto innocente di quel bambino di vent’anni fa.

 

Ed allora, quando non ti sorprende più niente, realizzi che si potrebbero fare scommesse di questo tipo:

 

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Froome o Bolt, chi sarà il prossimo? 

 

 

Giovanni Migliore