Mentre i fatti extra-campo, tra aggressioni ai tifosi e deferimenti al presidente Agnelli, tengono banco su tutti i maggiori media nazionali ed i social network, in casa Juventus è già iniziata la lunghissima marcia di avvicinamento ad uno dei crocevia di questa stagione.
Ci riferiamo ovviamente al doppio impegno di Champions League che vedrà gli uomini di Allegri affrontare il Barcellona di Messi, Neymar e Suarez. Le due società, oltre alla sfida prossima ventura, condividono però anche un altro aspetto: quello delle continue recriminazioni per i (presunti) favori arbitrali.
Il Barcellona è stato al centro delle polemiche europee dopo l'incredibile rimonta effettuata ai danni del Paris Saint Germain, mentre per i bianconeri essere al centro delle attenzioni di tutte le moviole italiane è ormai un avvenimento di routine. Nel Belpaese infatti ogni episodio che vede i bianconeri come protagonisti viene sviscerato ed analizzato con molta attenzione, frame per frame, secondo per secondo, sfruttando ogni tipo di inquadratura, permettendo così ai media di accaparrarsi qualche click, quale copia o qualche spettatore in più. Ma se per i bianconeri l'essere al centro delle polemiche nel proprio paese è ormai una prassi altrettanto non possiamo dire del Barcellona. In Spagna questa attenzione mediatica viene generalmente rivolta più verso il Real Madrid, anche se quello che sta succedendo quest'anno alla squadra di Luis Enrique è un avvenimento decisamente storico.
Messi e compagni hanno infatti superato le 28 giornate di campionato senza mai vedersi assegnato un rigore contro o comminata un'espulsione a sfavore. Questa situazione non si verificava dal campionato 1970/1971 quando proprio il Barcellona, in compagnia del Real Madrid, riuscì a non farsi fischiare contro un penalty o vedersi sventolare un cartellino rosso sotto al naso.
Facendo un volo pindarico potremmo provare ad immaginare cosa potrebbe accadere in Italia se la Juventus dovesse anche solo avvicinarsi a questo particolarissimo record. Certamente non mancherebbero le trasmissioni televisive incentrate su questo argomento, magari con la presenza di sedicenti opinionisti pronti ad alzare i toni della discussione per "farsi belli" agli occhi delle tifoserie avverse al bianconero; altri ancora manifesterebbero imbavagliandosi pubblicamente o, perché no, anche qualche politico potrebbe richiedere delle interrogazioni parlamentari o dei sindaci scendere in piazza per difendere la loro città. Finendo poi tutti, senza distinzione alcuna, col fomentare gli animi di chi vorrebbe giustificare e sfogare la propria frustrazione dietro al calcio, arrivando finanche ad azioni violente contro i tifosi juventini.
Tornando con i piedi per terra ci accorgiamo che, purtroppo, queste cose in Italia accadono già. I toni diventano più alti di giornata in giornata ed anche le aggressioni fisiche vengono ormai, assurdamente, giustificate in nome dell'amore (?) per la propria squadra. Nell'ultimo turno è bastato un cenno di intesa tra il bosniaco Pjanic e l'arbitro per dare vita a qualche futile polemica, mentre il sig. Massa, arbitro di Juventus-Milan, è stato minacciato presso la sezione AIA di Imperia solo per aver accordato il rigore in favore dei bianconeri. La situazione è dunque sempre più esasperante, sarebbe bello riuscire ad imparare dalla Spagna e a dare al pallone il giusto peso che merita, quello di una sfera di cuoio che rotola.