Dopo un periodo molto positivo in campionato che ha permesso alla Juventus di rimontare punti e posizioni in classifica, mercoledì sera la squadra di Allegri si è andata letteralmente a schiantare contro quella che è attualmente la realtà europea. Nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Villareal i bianconeri hanno provato a giocare un primo tempo propositivo sfiorando in diverse occasioni il gol, ma senza riuscire a sbloccare la partita; nella ripresa invece il ritmo di Vlahovic e compagni è letteralmente crollato e gli uomini di Unai Emery hanno eseguito alla perfezione il piano del loro tecnico, agendo come dei killer implacabili al momento delle indecisioni della squadra piemontese. Dopo l'1-0 la Juventus si è poi letteralmente sciolta, andando in crisi e non trovando quella personalità necessaria per provare a rientrare in partita, anzi arrendendosi di fatto agli spagnoli con Szczesny che quasi issa la bandiera bianca al momento dell'assegnazione del secondo calcio di rigore per il Sottomarino Giallo.

Nella sfida di mercoledì il Villareal ha lasciato per lunghi tratti di partita il pallino del gioco in mano alla Juventus, scoprendo di fatto quali sono i reali problemi della squadra bianconera. Se Allegri in questi mesi è riuscito a dare una buona organizzazione dal punto difensivo, trovando la quadratura del cerchio dopo i primi disastrosi mesi, dall'altra parte la costruzione della manovra è ancora troppo deficitaria e si ha quasi la sensazione che venga lasciata al caso, con i giocatori liberi di creare, ma senza alcuno schema di base. Il risultato che ne consegue è che molti giocatori chiedono di ricevere la sfera tra i piedi, anziché prodursi in qualche movimento utile per attaccare gli spazi, con un giro palla che diventa lento, sterile e prevedibile; oltre a questo gli unici che cercano di attaccare la profondità non vengono poi serviti adeguatamente con i compagni che preferiscono una giocata più "sicura" anziché tentare l'imbucata.

Il calo del secondo tempo era pressoché scontato e questo rende ancora più gravi le colpe di non aver sbloccato la partita nella prima frazione di gioco. I bianconeri sono in totale emergenza infortuni ormai da diverso tempo con elementi anche molto importanti ai box da diverso tempo. In una partita bloccata come quella di mercoledì sera le accelerazioni di Chiesa o gli inserimenti imprevedibili di McKennie avrebbero potuto certamente avere un grande peso specifico. Ovviamente si sapeva delle loro assenze e non è stata certamente una novità dell'ultimo minuto, quindi il tecnico avrebbe dovuto trovare qualche alternativa valida per far vacillare l'attenta retroguardia iberica, senza però riuscirvi adeguatamente.

Senza tenere conto di queste parziali scusanti l'attacco dei media e degli appassionati bianconeri si è rivolto principalmente verso il tecnico Massimiliano Allegri accusato, neanche tanto velatamente, di non aver dato alcuna identità di gioco alla sua squadra con qualcuno che si è spinto oltre arrivando a chiedere anche il suo esonero immediato. In questa stagione la squadra bianconera non ha certamente brillato per la qualità del gioco offerta, ma visto il progetto pluriennale verso cui la società ha deciso di puntare è facile immaginare che il tecnico livornese sia ripartito gettando le basi per poi arrivare alla costruzione vera e propria. Le basi per Allegri sono certamente rappresentate da una fase difensiva solida e che permetta di incassare meno reti possibili. L'avvio di stagione è stato disastroso anche in questo senso con gol letteralmente regalati a chiunque, ma dopo una fisiologica fase di apprendistato i risultati hanno iniziato a dare ragione all'allenatore, con il filotto di risultati positivi arrivati in campionato a testimonianza di questo. Una solida difesa, però, non fa la differenza in campo internazionale dove conta anche la qualità del gioco e la capacità di far male alle retroguardie avversarie ed in questa stagione questo aspetto non ha subito alcun miglioramento, anzi, come detto in precedenza spesso si ha la sensazione che non ci sia alcuno costrutto specifico nel gioco juventino.

Oggi la Juventus e Massimiliano Allegri hanno un'importantissima occasione per riscattarsi, almeno parzialmente, dopo la débâcle europea trovandosi di fronte il fanalino di coda del nostro campionato, quella Salernitana che dall'arrivo di Davide Nicola ha però intrapreso un percorso positivo alla ricerca di una difficilissima salvezza. Oltre alle assenze ormai quasi croniche per la sfida di oggi la Juventus dovrà rinunciare anche a Manuel Locatelli, risultato positivo al COVID in uno degli ultimi controlli effettuati, la situazione degli indisponibile per i bianconeri è dunque diventata ormai catastrofica. Nonostante questo si chiede alla squadra ed al tecnico una reazione d'orgoglio, una prestazione solida e, possibilmente, propositiva, sfruttando l'evidente disparità tecnica che c'è tra le due compagini. A spingere ulteriormente la Juventus verso la vittoria dovrebbe inoltre esserci il risultato non positivo ottenuto ieri dall'Inter: se i bianconeri dovessero vincere si potrebbero presentare allo scontro diretto con solamente un punto di ritardo, al netto della partita che la squadra di Simone Inzaghi dovrà recuperare contro il Bologna.

La partita di oggi dirà dunque moltissimo sulla tenuta mentale della Juventus di Allegri. Un risultato diverso dalla vittoria potrebbe segnare l'ingresso ufficiale nel tunnel della depressione, circostanza che i bianconeri dovranno scongiurare a tutti i costi se vogliono mantenere con ogni sforzo l'attuale piazzamento Champions e, magari, approfittare degli ulteriori passi falsi che faranno le squadre davanti a loro da qui alla fine del campionato.