È facile, molto facile, motivare una sconfitta al (fanta)calcio. Nella maggior parte dei casi non si pensa minimamente ad aver fatto errori, ma semplicemente che la debacle sia figlia della sfortuna e che la vittoria dell’avversario di giornata sia generata dalla sua immensa buona sorte. Sfatiamo un mito: non è così.

 

La fortuna può fare la differenza, ma anche quella gira, ed alla fine del campionato i colpi di culo sono più o meno livellati per tutti. Bisogna pensare al fantatorneo come ad un esame: se si è studiato per bene, non c’è professore bastardo che tenga. Magari non si potrà arrivare primi, ma è difficile mantenere l’ultimo posto se (situazioni assurde a parte) il fantacampionato è ben gestito dall’inizio. 

 

È impossibile scrivere il perfetto vademecum, ma analizzando varie stagioni fantacalcistiche si può arrivare ad almeno cinque caratteristiche che dovrebbero essere fatte proprie da ogni fantallenatore: cinque semplici punti che, se seguiti, potrebbero portare a limitare i danni della sfiga. E, magari, anche qualcosa in più.

 

1) CONOSCENZA

Scriveva il poeta: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir Europa e Bundesliga”. Date un’occhiata settimanale alle serie minori ed ai campionati esteri, seguite i giocatori in prestito e quelli appetiti dalle squadre di A, guardate con attenzione i match delle coppe europee: così arriverete all’asta di inizio anno sapendo benissimo chi sono i Berardi e i Callejon, e magari potrete fantatesserarli per una cifra ridicola che benedirete ogni domenica.

 

berardi"Quanto mi avete pagato?? EH??" (getty images)
 

 

2) ASTUZIA

Arrivate all’asta con la mente fredda ed ordinata, e ricordate che tutto quello che fate in quelle ore vi si ritorcerà contro per tutto l’anno. Fissate tutti i colpi che avete in programma (magari dividendoli in tre fasce) e decidete quali sono i giocatori che dovranno essere vostri ad ogni costo: non vi spaventate se la cifra sale, potrete pentirvene per tutto il campionato. Molto probabilmente, poi, conoscete tutti i vostri avversari: e allora giocate d’astuzia, rilanciate anche su giocatori che non volete, calcolate bene i tempi, date fastidio sapendo di farlo. L’instabilità degli altri fantapresidenti può diventare la vostra forza.

 

3) CORAGGIO

Avete visto un giocatore in Under 21, titolare in Serie B, che l’anno prossimo disputerà la prima stagione nel massimo campionato: vi piace, credete possa essere un buon acquisto. E allora puntateci. Prendetelo come rincalzo, scommetteteci su: potreste sbancare e rinfacciare quel colpo per gli anni a venire, e anche nel caso in cui dovreste perdere non ci avrete rimesso più di tanto. Ancora oggi, c'è chi si vanta d'aver scoperto un giovane attaccante del Parma, tale Alberto Gilardino, comprato nella stagione 2003/2004.

 

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"Questo è fortissimo: fra cinque anni lo prendo al fanta!" (getty images)
 

 

4) ELASTICITÀ

Non vi fossilizzate sempre sui soliti moduli e sui soliti schemi: non abbiate paura di cambiare, di essere versatili. In attacco avete almeno un inamovibile: ruotate gli altri assecondando il calendario. Il quarto centrocampista ha una partita difficile? Schierate un altro difensore, soprattutto se potreste ritrovarvi con la sorpresa modificatore. Rischiate, ma con giudizio.

 

5) SENNO

Per fare il fantatorneo ci vuole un po’ di follia, certo, ma anche molto cervello. Parlavamo di rischi giudiziosi: prendeteli solo se sapete che valgono la candela. Inutile mettere in campo un reparto senza panchina se ne potete fare a meno: meglio un 5 che lo zero. Insomma: se schierate tre attaccanti senza sostituti e poi vi va male, vi tocca prendervela con voi stessi. Non con il pagellista.

 

Mancherebbe la condizione necessaria e sufficiente, il punto 6): conoscere il calcio. Ma immagino sia inutile ricordarvelo.
Vero?

 

Antonio Cristiano