Nell'immaginario di tutti la parola "augh" viene classificata come una sorta di saluto rispettoso che gli indiani pellerossa, di ritorno al villaggio, facevano al loro capo anziano. Pare che la parola "augh", in realtà, non esista. O meglio, che sia un fraintendimento della parola "how" (come). Quando i primi colonizzatori vennero a contatto con gli indiani pellerossa, questi ultimi equivocarono la fonetica, assegnando a "how" il suono di "augh", assegnando a questa parola una certa sacralità che si è protratta nel tempo. E proprio in questo periodo, ricordando la conferenza stampa pre-partita di Rudi Garcia, il saluto "Augh" trova la sua consacrazione. Il rispetto dovuto al capo branco Garcia è massimo e le sue parole hanno dato una scossa enorme ad un ambiente già carico di suo.

 

 

Qualcuno tende a catalogare l'allenatore francese come una sorta di Mourinho 2.0. In parte è vero, ma c'è una differenza sostanziale: il buon Josè è un grande comunicatore e dotato di grande intelligenza. Molte delle sue dichiarazioni sono dettate dalla sua furbizia e, quindi, ponderate. Rudi ha in comune l'astuzia con il portoghese, ma ha una grande dose di spontaneità che lo fa amare ancor di più da tutta la squadra e che lo rende leader carismatico indiscusso. E la sua influenza positiva si vede in campo. Contro il Chievo avrebbe potuto dare spazio al turn-over, vista la differenza tecnica tra le due squadre. Ma lui non ha voluto rinunciare alla leggenda vivente, Francesco Totti. Ha rilanciato De Rossi, pur sapendo che tra due giorni arriva il Bayern Monaco. Ha dato fiducia ad un Ljajic che è sembrato un altro giocatore: nel primo tempo, sull'1-0, ha fatto una diagonale degna del miglior Cafu. E poi lui, Mattia Destro, che "non segna mai", "è grasso", "vendiamolo" e chi più ne ha, più ne metta. Tutti coloro che lo hanno criticato aspramente ieri esultavano.

 

 

Il pareggio della Juventus in casa del Sassuolo fa capire che davvero la Roma può ambire a vincere e che in qualche modo i giallorossi riescono a mettere pressioni ai bianconeri. Ora bisogna dimenticare il passato e guardare avanti al prossimo avversario. Vanno messe alle spalle le cadute di stile a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi e cercare di non ripeterle. Anche perchè, in certe situazioni, una caduta non equivale ad un rigore.

 

 

Antonio Pellegrino

 

Redazione Canale Roma