Il grande giorno è arrivato: Zlatan Ibrahimovic è ufficialmente un calciatore del Psg. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni, tratte dalla sua conferenza stampa di presentazione, che mi perplimono particolarmente: “Se ho lasciato l'Italia è perchè il futuro è in Francia”. “E' un altro sogno che si avvera -ha continuato l'ormai ex calciatore del Milan-. Avevo detto che quello con il Milan sarebbe stato l'ultimo contratto, ma non si sa mai nel calcio cosa può succedere”.
Sul piano tecnico, discutere un calciatore con le qualità tecniche di Ibra sarebbe da incompetenti. Avere dei dubbi sui suoi comportamenti, promesse e dichiarazioni, è invece più che lecito. Le dichiarazioni che ho evidenziato poc'anzi, hanno un minimo comune denominatore: i soldi. La frase “Il futuro è in Francia”, sembra proprio essere costruita ad hoc per la sua presentazione in grande stile(io tolgo il sembra). Con tutto il rispetto per il campionato francese e i club che ne fanno parte, non vedo questo grande futuro per il calcio d'oltralpe. Certo, ci sono alcuni calciatori talentuosi interessanti, ma il Psg che Leonardo ha costruito più facilmente di quanto avessi potuto fare io in un comune videogioco manageriale, è una selezione di All-Star inserita in un campionato che, a mio avviso, è inferiore a quello spagnolo, inglese, italiano e forse anche tedesco. Non credo che la favola del Montpellier possa ripetersi e non vedo tutta questa competitività nella Ligue 1: verosimilmente, credo che Ancelotti vincerà il titolo con qualche giornata di anticipo, salvo harakiri parigini.
“Avevo detto che quello con il Milan sarebbe stato l'ultimo contratto, ma non si sa mai nel calcio cosa può succedere”. Certo, non si sa mai cosa può succedere: da un momento all'altro può arrivare lo sceicco di turno che ti offre un ingaggio migliore e le promesse fatte in precedenza vanno in fumo in un attimo. Come se dopo essersi dichiarati innamorati di una bella quarantenne, arrivassero le avances della trentenne di turno, più giovane e avvenente, e i proclami d'amore svanissero in un attimo. Ma per molti calciatori, i discorsi sull'attaccamento alla maglia equivalgono al dialetto arabo(anzi, meglio italiano... non si sa mai che sentendomi parlare in arabo venisse qualcuno a battere cassa dal sottoscritto).
“E' un altro sogno che si avvera”. Beato te, caro Zlatan. Luciano Ligabue, nella sua “Niente Paura”, canta: “Per un desiderio che esprimi, te ne rimangono fuori altri 100”. Lui, lo svedesone col portafoglio di Paperon de paperoni, li centra tutti. Sapevamo già della sua juventinità conclamata che poi, con la retrocessione in Serie B della Vecchia Signora, magicamente si è trasformata in un amore nerazzurro. Vedere il Barcellona primeggiare in Europa, lo ha portato a baciare la maglia blaugrana nel 2009 nel giorno della sua presentazione con il club allenato all'epoca da Pep Guardiola. Aver perso la semifinale di Champions League, proprio contro la sua ex squadra, lo ha portato a vestire la maglia del Milan, squadra che seguiva con grande passione da bambino. La chiamata del Psg, lo ha portato a realizzare l'ennesimo sogno: giocare a Parigi.
Dubito che Ibrahimovic avrebbe accettato l'offerta parigina 2-3 anni fa, quando i petrol dollari arabi ancora non spadroneggiavano all'ombra della Torre Eiffel. Credo, invece, che se la pioggia di milioni fosse arrivata da Napoli, Zlatan avrebbe dichiarato il suo amore per la pizza; se fosse stata la Roma a farsi viva, avrebbe esternato il suo amore per il Colosseo, la porchetta e la romanella; se il Liverpool avesse chiamato lo svedese, quest'ultimo avrebbe sicuramente realizzato il suo sogno di camminare sulle stesse strisce pedonali dove furono immortalati i Beatles; se il Catania gli avesse offerto lo stesso contratto dei francesi, finalmente avrebbe potuto cibarsi in ogni momento di cannoli e arancini di cui, ovviamente, si sarebbe dichiarato ghiotto.
In bocca al lupo, Zlatan. Arrivederci al prossimo mal di pancia.
Antonio Pellegrino