di Elio Goka
Voi tifosi del Napoli che avete fischiato Higuaìn e la squadra, dovreste vergognarvi. Forse siete gli stessi che hanno ipotizzato la mancanza di impegno in una finale di Europa League. E se siete gli stessi che hanno esposto gli striscioni che minacciavano vendetta dopo i fatti Roma, non potete arrogarvi il diritto di parlare di dignità. L’adesione incondizionata a questo “volgaresimo” del tifo è più prossimo a un qualche genere di indegnità.
Con quei fischi avete dimostrato ingratitudine sportiva, e non soltanto sportiva, a una squadra che fino alla fine ha lottato su tutti i fronti possibili, nell’errore sportivo, nell’ingenuità sportiva, nel caos sportivo. Avete fischiato una squadra che è arrivata alla penultima partita di Europa League, estromessa, di fatto, da orrori arbitrali, più che dagli errori dei suoi calciatori. Avete fischiato una squadra che a pochi minuti dalla fine ha perso una semifinale di Coppa Italia (la partita sarebbe valsa una doppia finale), per un gol viziato da fuorigioco. Avete fischiato una squadra incompleta, non competitiva in tutti reparti, ma con calciatori che, vedere Gargano, nonostante i fischi subiti per tutta la stagione, hanno onorato il loro ruolo fino in fondo.
Avete fischiato Higuaìn, 100 gol col Real Madrid, che a Napoli, tra gol e assist, in due stagioni (la seconda non ancora conclusa) ha portato un contributo di oltre 70 gol. Nei due trofei conquistati Higuaìn è stato decisivo. Nelle due semifinali perse, lui è stato decisivo per tutto il cammino nelle competizioni. Avete fischiato un calciatore che, per adesso, è il sesto realizzatore della storia della nazionale argentina. Voi che avete fischiato non meritate Benitez (un uomo che è nella storia del grande calcio), non meritate i trofei degli ultimi anni, non meritate questo Napoli, non meritate il Napoli. Dov’è finita l’umanità generosa e folcloristica che un tempo vi ha distinti come tra le tifoserie più belle e apprezzate?
Coi vostri fischi non siete stati altro che il verso, il coro, la citazione, nella versione più becera e gretta, a quella litania squallida e disonesta dei giornalisti che trascorrono il loro tempo alla scrivania della denigrazione. Bravi, avete aderito al più squallido dei conformismi emotivi. E non c’è alcuna ragione istintiva. Quei fischi, quell’esultanza polemica al gol del Cesena, erano premeditate.
Siete voi il fallimento, voi che speravate in un Napoli più forte, lontano dai “disonori” della bassa classifica, e invece il vostro desolante atteggiamento è peggiorato di pari passo coi tentativi dell’ambiente di migliorare la squadra e le sue ambizioni. Il Napoli di questi anni ha fatto bene a stare lontano, e che resti sempre più lontano. Una squadra e una tifoseria dovrebbero vivere altre simbiosi, non esasperanti e ansiosi momenti di verifica, come se il campo fosse soltanto il luogo del risultato.
Le responsabilità della società, gli errori dei calciatori, sono niente davanti a questo costante e deprimente malumore. Voi che avete fischiato, dovreste vergognarvi, perché così facendo vi siete arrogati la presunzione di sentirvi più svegli di chi continua ad applaudire. Dite di difendere una maglia, di amare una bandiera, e poi, con ingenuità, con ignoranza, insultate pure una parte della tifoseria. Dovreste vergognarvi perché prima esponete striscioni dove prendete le difese di chi scrive e grida “Napoli colera”, “Forza Vesuvio”, in nome della regola ultrà, e poi non dite una parola sulle responsabilità - almeno farlo in un’istanza da stadio, da contestazione - dei burocrati che hanno accompagnato il Dnipro in finale, al di là dei meriti e dei demeriti del campo. Non una parola “a difesa” della squadra. Dovreste vergognarvi perché difendete soltanto il vostro principio.
Voi che avete fischiato, avete la sensibilità di una tifoseria infantile, immatura, che antepone un senso critico del tutto discutibile alla solidarietà e al supporto per la squadra. Se altrove cantano “You’ll never walk alone” anche quando si perde, a Napoli per voi dovrebbe valere una triste e malinconica correzione. Napoli, per qualcuno tu sarai sempre solo. La passione patetica di questa città non conosce altre partiture. Voi che avete fischiato, vergognatevi.