Tra le poche note liete nell’anno di Luis Enrique, tra le più grandi sorprese; tra i tanti colpi messi a segno nella prima rivoluzione americana (Stekelenburg, José Angel, Osvaldo, Lamela, Bojan e compagnia), ad imporsi maggiormente fu proprio il meno acclamato. Il 31 agosto 2011 la Roma chiude il mercato coi botti ed ufficializza quattro operazioni: Kjaer, Gago, Pjanic e Borini. Quest'ultimo, semisconosciuto, arriva dal Parma di Giovinco, Floccari, Crespo, Pellè, dove ha giusto il tempo di giocare la sua prima e unica gara ufficiale in maglia gialloblù (21 agosto): vittoria per 4-1 in Coppa Italia contro il Grosseto. Era reduce da una breve ma intensa esperienza allo Swansea in Championship, da marzo a giugno 2011, fatta di 6 gol e la promozione in Premier League, al termine della quale il Chelsea, proprietario del cartellino, lo perde a zero. La Roma lo preleva dal club dal club ducale in prestito oneroso (1,25 milioni) con diritto di riscatto fissato a 7. Borini ha 20 anni, ma si rivela molto di più di una giovane promessa. Si ritaglia subito uno spazio importante, segna contro il Genoa (26 ottobre, sconfitta per 2-1) il suo primo gol in Serie A e con la maglia giallorossa, poi un infortunio lo frena. Torna in campo a gennaio segnando alla Fiorentina nel 3-0 in Coppa Italia e nel 5-1 al Cesena, Sabatini non ci pensa due volte e si assicura la metà del giocatore per 2,3 milioni di euro. L’affermazione arriva tra febbraio e marzo 2012 con Osvaldo out prima per infortunio e poi squalifica: Borini relega in panchina anche Bojan, arrivato da pupillo di Luis Enrique, e nel tridente soprattutto con Totti e Lamela mette a segno 8 reti tra la 21esima e la 27esima giornata di campionato, in 8 gare: inizia nel ko per 4-2 contro il Cagliari, fa doppietta nel 4-0 casalingo all’Inter (la più grossa soddisfazione di quella stagione), stende con un 1-0 il Parma prima di due centri inutili nel 4-1 subito contro l’Atalanta e nel derby con la Lazio perso per 2-1. Il suo ultimo gol in giallorosso arriva il 10 marzo al Barbera contro il Palermo battuto per 1-0.
A fine stagione Prandelli lo convoca per l’Europeo 2012 (dove non scenderà comunque mai in campo), preferendolo per la sua duttilità all’altro talento esploso in quell’anno: Mattia Destro, autore di 12 gol con il Siena. Intanto però tiene banco il caso Borini in sede di mercato: il giocatore punta i piedi, non vuole restare in comproprietà tra i due club. Parma e Roma accordate per il rinnovo dell’accordo di compartecipazione, si ritrovano a darsi battaglia alle buste; sullo sfondo l’ombra del Liverpool. I giallorossi si aggiudicano il giocatore versando circa 5 milioni al Parma, la cui offerta era stata di poco superiore ai 4. A metà luglio però viene ufficializzata la cessione del giocatore ai Reds: 13,3 milioni più 1 di bonus. Sabatini chiarirà: “La Roma sa cosa vuole fare, siamo sempre coesi: non dobbiamo subire comportamenti che non ci piacciono. Rosi ha rifiutato il prestito al Parma, non possiamo accettare certi comportamenti. Borini sarebbe rimasto alla Roma se avesse accettato una situazione di mercato che gli avevamo proposto: volevamo tenerlo in comproprietà. Lui non ha accettato, abbiamo voluto cederlo dopo il riscatto”. Termina con 10 gol in 26 presenze tra campionato e Coppa Italia l’avventura romanista del giovane Nazionale, solo Osvaldo (11 centri con le stesse presenze) segna di più. I tifosi giallorossi dicono addio ad uno dei pochi distintosi, in quell’annata, in campo per grinta, cattiveria, voglia; ad aver onorato la maglia; sempre col coltello tra i denti, come la sua esultanza.
"Borini mi piaceva, per me era un buon giocatore, speriamo di riuscire a sostituirlo. Destro è un attaccante che mi piace, è un giovane di talento e anche se ha un certo cognome può giocare dappertutto". Parole di Zeman che, incapace di opporsi alla cessione, perde un giocatore dalle caratteristiche ideali per il suo gioco, così come Borini perde un prezioso maestro: insieme avrebbero fatto faville. Il sostituto è Mattia Destro, sottratto alla concorrenza della Juve, ma che non andrà a nozze nel sistema di gioco dell’allenatore ex Pescara: dopo un breve esperimento da esterno nel trio d’attacco con Totti e Osvaldo, sarà per il boemo un semplice rincalzo dell’italo-argentino; realizzerà comunque 7 gol tra campionato e Coppa Italia.
Intanto l’avventura di Fabio Borini continua in Inghilterra. Con i Reds ha avuto anche modo di incontrare in due amichevoli al Fenway Park di Boston la Roma: il 26 luglio 2012, 2-1 per i giallorossi con reti Bradley e Florenzi, non scese in campo; la scorsa estate, 24 luglio 2014, uscì, sfortunato, dopo pochi minuti di gioco, con l’ex squadra che si impose grazie al gol di Borriello nel finale. La prima stagione con la nuova maglia è tormentata dagli infortuni: si riprende nel finale e il 27 aprile 2013 segna il suo primo gol in Premier League (VIDEO) nel 6-0 inflitto al Newcastle. A fine stagione altro Europeo con l’Under 21 di Florenzi in Israele: decide la semifinale vinta 1-0 contro l’Olanda (VIDEO), si ripete da fuori area nella finale persa per 4-2 con la Spagna (VIDEO), mentre Destro, non al meglio, guarda dalla panchina.
Dopo il gol all'Olanda (Getty Images)
Nel 2013/2014 può tornare a giocare con continuità in prestito al Sunderland (VIDEO): 7 gol, rigorista della squadra, in 32 presenze in Premier League. Il 19 aprile 2014, realizzando su calcio di rigore fuori casa contro il Chelsea, regala la vittoria per 2-1 ai suoi, ultimi in classifica, e mette fine alla striscia di imbattibilità di Mourinho a Stamford Bridge che durava da 77 gare di campionato, oltretutto regalando un clamoroso assist per la corsa al titolo al suo Liverpool. Con altri 3 centri nelle ultime quattro di campionato salverà il Sunderland (4 vittorie nelle ultime 5), che era stata già trascinato in finale di Capital One Cup: gol di Borini decisivo ai quarti contro il Chelsea e nella semifinale di andata contro il Manchester Utd, rete dell’illusorio vantaggio poi anche nella finale contro il Manchester City persa per 3-1.
Dopo il gol al Chelsea (Getty Images)
La stagione 2014/2015 lo vede ancora protagonista sul mercato con i no sia a Sunderland che, nelle ultime ore, al Qpr, che aveva raggiunto l’accordo con il Liverpool per la cessione a titolo definitivo (per 10 milioni di sterline più bonus). L’attaccante classe ’91 decide di giocarsi le sue carte al Liverpool: lo scorso sabato a Villa Park contro l’Aston Villa il primo gol stagionale, bellissimo, da vero rapace (VIDEO), con Rodgers che lo schierava per la seconda volta consecutiva da titolare dopo, per la maggior parte, sporadiche apparizioni negli ultimi minuti di gara.
Dopo il gol all'Aston Villa (Getty Images)
Principale obiettivo di mercato della scorsa estate per la Roma era un esterno d’attacco capace di garantire un buon bottino di reti: con Iturbe che continua a deludere, il problema non è stato risolto. Ci si è già espressi sul bisogno di arretrare il raggio di azione di Florenzi, che con l’infortunio di Torosidis e l’incognita, dal punto di vista fisico, Maicon, potrebbe continuare a dare man forte da terzino destro, a meno che non si intervenga anche in questo reparto del campo. C’è la conferma, invece, che i giallorossi avrebbero intenzione di rinforzare la rosa giustamente con un nuovo attaccante, visto che si sta trattando l’egiziano del Chelsea, Mohamed Salah, Borriello è in uscita e Destro in bilico. Per il 4-3-3 di Garcia farebbe comodo uno che già conosca il campionato italiano e l’ambiente romanista, uno che sappia attaccare la profondità (come chiede a più riprese il tecnico francese ad Iturbe), e la porta, pur sacrificandosi in fase di non possesso, uno che all’evenienza possa giocare anche al centro, uno che sia meno fumo e più arrosto. Uno che al gol del pareggio contro il Palermo avrebbe riportato il pallone in mezzo al campo. Pronto al nuovo assalto. Col coltello tra i denti.
"Nascar Caciara Borini è la cosa più simile che abbiamo mai avuto a una delle cose che più ci stanno sul cazzo: Inzaghi. Egli, così come l'odiato ma sempre tacitamente sospirato centravanti artrui, campa mozzicando la vita in quella terra de telecronismo chiamata filo der forigioco. [...] Er Caciara difende, fa da sponda e tira in porta. Non è Farcao, è Er Caciara, ma tra secondi vissuti e gò fatti ha già segnato più de Menez, Vucinic, Lamela e Bojan messi insieme.
Partita dopo partita, ghiacciati ao sssadio a rimirarne le schiumose rincorse, amo deciso che Er Caciara, sia detto con rispetto, pare ncane da riporto. A vorte pare quasi che Ercapitano, ma pure l'artri, se diverta a tiraje er bastone sempre più lontano, distrattamente, senza la solita cura, co la curiosità de vedé se, quando e come quer cane riuscirà a riemerge dala tundra dele steppose difese artrui. Er Caciara s'engobba, rulla le zampe e va, sparisce nela serva oscura pe ricomparì improvviso, felice e contento, co la mano in bocca e l’occhi a palla".