«Non raccoglierei la sfida se pensassi di non essere abbastanza bravo: ma sono un giocatore completo e so che potrei fare la differenza: sarei il più veloce della squadra, ma gioco anche bene»: così parlò il nuovo figlio del vento, Usain Bolt, nell'autocandidarsi per un ruolo calcistico al Manchester United, la sua squadra del cuore.

 

Sono anni che Usain venera i diavoli rossi. L'amore è stato suggellato nel 2009, l'anno in cui, di passaggio a Manchester per un evento, Bolt visitò il centro sportivo dello United, e conobbe Wayne Rooney ed Alex Ferguson. A margine del suo ennesimo trionfo olimpico, il giamaicano, non c'è andato per il sottile, e proprio al manager britannico ha rivolto la sua proposta indecente.

 

«La gente pensa che io scherzi», ha detto. E infatti non è così. Perché un atleta eclettico e volitivo come il ragazzo di Trelawny, sempre alla ricerca di nuove sfide, dopo aver superato prima gli altri, e poi se' stesso, quello che appare come un onirica esperienza in realtà è qualcosa di quasi tangibile.     

E, non a caso, tra il serio ed il faceto, il suo fan - e colonna della difesa rossa - Rio Ferdinand ha così appoggiato la sua inattesa candidatura: «Se vuoi quel provino al Manchester United basta che mi fai un fischio, parlerò al capo».

 

Beh, diciamola tutta: a chi non farebbe piacere vedere un atleta - oltre che un personaggio - così straordinario alle prese con lo sport più seguito, seppur a lui non pertinente? E quanti di voi immaginano che, nonostante una base tecnico-tattica praticamente nulla rispetto ai livelli ambiti, il nuovo figlio del vento non sfigurerebbe anche con la palla ai piedi? E poi, quale ruolo potrebbe incarnare in campo un fenomeno così universale, stante quella che è la sua peculiarità principe? Terzino? Ala? O magari seconda punta? Se ci mette 9'58" a fare i cento metri, quanti ce ne metterebbe a fare l'intero campo da gioco, ma palla al piede? E perché se ce l'ha fatta Gene Gnocchi, a farsi tesserare da una squadra professionistica, non dovrebbe farcela anche lui ?

Ed, in tutta sincerità, se fosse una squadra italiana a dargli l'opportunità, quanto di voi sarebbero disposti a spendere qualche fanta-milioncino pur di avere in squadra, insieme a Di Natale, Hamsik e De Rossi, anche Usain Bolt

 

Io sono uno di quelli. Uno che sogna di vedere un dribbling - in velocità, ovviamente - di Bolt a Piqué, un recupero difensivo saettante, e, magari, anche un'esultanza stile 'to the world', proprio come la sua, dopo un gol. Sogno, ovviamente, che sarebbe solo mio, ed al limite nostro. Non certo suo.

Tanto lo disse lui stesso: per il figlio del vento, d'altra parte, non sarebbe un viaggio mentale, ma solo l'ennesima sfida. Magari da vincere. Come sempre. 

 

"Da noi in Giamaica correre è una questione di cultura,

come in Kenya per il mezzofondo. 

Da ragazzini voi sognate di diventare calciatori, noi sprinter"

 

[Usain Bolt, 2008]

 

Alfredo De Vuono