Sono passati ben 150 anni da quel 1863, l'anno in cui nacque il grande Gabriele D'Annunzio, il "Vate" di Pescara che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana. 

Gabriele D'Annunzio non fu solo un grande poeta e letterato, ma era anche un uomo che amava le novità, curioso delle innovazioni in ogni settore e quindi dedito a provarle in prima persona. 

Il "Vate" è stato anche un grande amante ricambiato dalle donne, impegnato politicamente nel periodo della guerra ed inoltre ha subito apprezzato il calcio, che stava fiorendo in Inghilterra nella fine del 1800.

La passione per questo sport prese sempre più Gabriele D'Annunzio, che nel 1887 acquista un pallone di cuoio con camera d'aria inglese, direttamente a Londra , per avere quello con cui giocano il campionato inglese. 

 

Da quel momento seguiranno diverse partite con gli amici sulla spiaggia di Pescara, in una di queste il poeta si ruppe anche due denti, ma non si spense mai l'amore per il calcio.

La gramde idea di D'Annunzio però arrivò nel 1920 a Fiume, quando dopo aver introdotto anche un ufficio specifico per lo sport, volle che per la prima volta la tradizionale maglia azzurra italiana, avesse uno stemma tricolore verde,bianco e rosso sul petto.

 

L'intuizione del Vate fu molto apprezzata e nel 1924, la Federazione Italiana Gioco Calcio approvò il suo stemma come simbolo della squadra campione d'Italia, da allora ad oggi è la tradizione del nostro campionato di calcio ed è quindi doveroso ricordare di chi fu il merito, a distanza di 150 anni dalla sua nascita.

 

Paolo Pierangelo