Ian Thorpe, nuotatore australiano di Sidney, classe 1982; per i meno eperti talento indiscutibile nello stile libero dal 1998 al 2004 dove ha vinto in tutto 5 ori olimpici, 3 argenti e 1 bronzo e 13 medaglie mondiali, tra 400 stile libero (sua gara per eccellenza), 200 ed 800 stile libero, oltre alle varie staffette (4 x 200 e 4 x 100 mista e stile libero). Leader incontrastato della nazionale australiana che a quel tempo riusciva a dettare legge anche ai maestri americani, umiliandoli spesso, sia come medagliere complessivo (del solo nuoto su vasca, sia chiaro) che, sopratutto, nella staffetta 4 x 200 stile libero, la Gara (con la G maiuscola) dell'universo natatorio, essendo la competizione a squadre più sentita, seconda, per popolarità, solo alla gara veloce per eccellenza (i 100 stile libero).
Thorpedo, cosi chiamato, anche per la sua stazza (quasi 2 metri di altezza, scarpe numero 51, per i suoi piedi molto più lunghi del normale e mani di notevoli dimensioni, quasi avesse delle palette al posto delle braccia), che scampò per poco al disastro dell' 11 settembre 2001 (si trovava al Word Trade Center poco prima dell'attentato, e ne è uscito solo per prendere la macchina fotografica, distrattamente dimenticata in albergo) ha interrotto la sua attivià agonistica nel lontano 2006, non gareggiando ad alto livello dalle Olimpiadi del 2004.
Strana decisione per un 22enne al pieno della forma e che si era prefissato, dalle Olimpiadi di cui sopra, 4 anni di duro lavoro senza gareggiare per preparare al meglio le Olimpiadi cinesi. In molti, compreso chi scrive, si rammaricarono per la scelta dell'australiano, vedendo in lui l'unico nuotatore a poter insidiare e far fallire l'obiettivo di Michael Phelps degli 8 ori olimpici (non per antipatia rispetto a Phelps, ma per sana rivalità e voglia di vera competizione alla pari, che, a detta di molti, il solo Thorpe poteva garantire nel confronto con l'americano di Baltimora).
A posteriori, forse, la sua scelta fu giusta, anche perchè nel nuoto all'età di 22 anni si è si, al pieno della forma, ma già sui 26/27 si è "vecchi" (solo lo "Zar" Popov ha fatto eccezione, ma ha comunque terminato la carriera a 32 anni) e quindi Ian avrebbe incontrato molti nuovi talenti alle Olimpiadi di Pechino e, forse, chiudere quando si è al top è sicuramente meglio che non continuare a provarci fino a quando gli altri ti costringono ad abbandonare il mondo agonistico.
Fin qui, nessun rimprovero all'australiano che è stato (e rimane) un idolo per molti nuotatori, ma la sua scelta del febbraio 2011 di voler rientrare nel nuoto che conta, con obiettivo le Olimpiadi di Londra 2012 ha colto molti di sorpresa, ed ha letteralmente sconvolto il sottoscritto.
Allora, andiamo per ordine, in primis, per qualsiasi sport agonistico, un anno o poco più non aiutano molto a riprendere la forma dei bei tempi (sopratutto perchè da quei bei tempi è passato più di un lustro), e questo vale ancora di più nel nuoto, dove, tanto per capirci, una settimana di stop dagli allenamenti equivale ad almeno un mese per un calciatore.
Poi, collegato al punto di cui sopra, se, a dicharazione dello stesso Thorpe, ci sarebbero voluti 4 anni di intenso lavoro senza nessuna distrazione per preparare il progetto (poi sfumato) di Pechino 2008, non si capisce come mai sia diventato ora possibile preparare Londra 2012 in neanche 16 mesi, considerando anche il massiccio miglioramento della flotta britannica, che vuole onorare al meglio le Olimpiadi casalinghe.
Inoltre, da novembre 2011 che Thorpe è tornato a gareggiare ufficialmente "in tutti i luoghi ed in tutti i laghi", (come cita un brano del Sanremo scorso), dato che l'olimpionico ha fatto la sua apparizione (tra le altre) anche ai Campionati Italiani Assoluti Invernali dello scorso dicembre (ma se sono campionati "italiani", gli australiani che c'entrano?) ha collezionato solamente scarse prestazioni, con batoste rifilate anche da ragazzini nati nel decennio successivo al suo.
Alla luce di tutto questo sembra scontato l'esito dei Trials di Adelaide (competizione che fa da cernita per l'onoreficienza di fare da portabandiera dei colori nazionali nell'evento più importante di ogni quadrienno, le Olimpiadi). Tempo massimo (anzi, "minimo") non raggiunto in nessuna delle tre gare in cui Thorpe si è cimentato (100' 200 e 400 stile libero) e oltre 20 gli alteti che han fatto meglio del pluri-iridato. Dal canto suo lui sembra non voler mollare, non volendo lasciare questa disfatta come ricordo del suo abbandono al nuoto, ma, mi azzardo a suggerigli che avrebbe dovuto pensarci prima di rimettersi in vasca.
E. C.
Thorpe, forse era meglio...
Thorpe, forse era meglio...
domenica, 18 marzo - 00:00

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