Mancano meno di due ore al calcio d'inizio di Italia-Svezia, seconda giornata della fase a gironi degli Europei, ma ci ha pensato Albin Ekdal ad accendere il match con pesanti dichiarazioni nei confronti dell'ex compagno alla Juve Chiellini, e sugli italiani in generale: "E' un maiale, fa sceneggiate ed influenza gli arbitri, classica roba italiana, tenteremo di mandarlo fuori dai gangheri".

Frasi alle quali il difensore bianconero e i suoi compagni di Nazionale dovranno dare risposta in campo, ma che lasciano un attimo perplessi per più motivi: l'attuale centrocampista dell'Amburgo ha mangiato per sette anni in quel piatto che ora lui definisce, con fare sprezzante, "roba italiana". Fra Juventus, Siena, Bologna e Cagliari, infatti, ha raccolto 168 presenze in Serie A, periodo nel quale non risultano particolari prese di posizione e critiche a quel sistema che oggi decide di contestare e condannare così pesantemente. Sui pensieri personali su chi l'ha trattato "come un fratellino scorazzandolo in giro" al suo arrivo in Italia si preferisce non entrare nel merito, sono frasi che si commentano da sole se correlate al resto, ma due appunti sempre in risposta alle accuse ai presunti atteggiamenti italiani è doveroso farli:

a) si ricordi il sig. Ekdal di cosa è stata capace la sua Svezia agli Europei del 2004 quando, insieme con la Danimarca, cucinarono il più famoso biscotto della storia della competizione proprio ai danni dell'Italia;

b) ci spieghi il sig. Ekdal come si può razzolare male ("tenteremo di mandare Chiellini fuori dai gangheri" si ricordano essere le sue parole) dopo una predica da moralista da quattro soldi ("classica roba italiana", come prima).

In bocca al lupo, amico Albin, che vinca il più forte, parola al campo adesso.