di Pietro Turchi
Non si può negare che le sorprese della scorsa Serie B siano state Carpi e Frosinone. Due squadre che hanno saputo compiere il doppio salto di categoria in breve tempo, fino a raggiungere un’incredibile Serie A.
Cavalcate emozionantii che si sono spesso intrecciate, Carpi, situata nel cuore dell’Emilia Romagna, e Frosinone, provincia del Lazio che dista poco meno di 100 km da Roma. Due città lontane geograficamente, ma che hanno un destino e una strada in comune.
Il primo punto di incontro, assolutamente inaspettato, si chiama Claudio Lotito, presidente della Lazio, Consigliere Federale e membro del Comitato di Presidenza della F.I.G.C..
La conversazione, riportata ovunque e per mesi, la conosciamo tutti.
Carpi e Frosinone sono colpite nell’orgoglio.
Più vieni dal basso, più le ingiustizie ti rendono forte e ti consegnano la consapevolezza di poter rovesciare il sistema.
Il ciclone Lotito ha l’effetto contrario: da discriminazione a profezia.
Allontanandoci dalle discussioni extra calcistiche, torniamo sul campo.
Ci sono due partite fondamentali per il percorso di Carpi e Frosinone e sono rispettivamente il 3-3 con il Brescia e il 3-3 con la Virtus Entella.
Il Carpi affronta i lombardi al Rigamonti alla 15esima giornata d’andata. L’arbitro Merchiori inventa tre rigori a favore del Brescia, tutti realizzati da Caracciolo che firma una tripletta. Nel frattempo vengono espulsi Suagher e Bianco e il Carpi si trova sotto 3-1. Con la forza della disperazione ed un rigore inventato a favore nel recupero, i biancorossi agguantano un incredibile 3-3, in 9 contro 11.
Giornata 32, il Frosinone ospita l’Entella. Vantaggio per 2-0 dei liguri con due gol discussi di Sforzini, espulsione per Soddimo che lascia i ciociari in 10, e rimonta fino al 3-2. Nel recupero un rigore discusso di Sforzini fissa il risultato sul 3-3. Tripletta per Sforzini, che viene poi espulso, così come Crivello, lasciando il Frosinone in 9.
Due gare simili, per ingiustizie subite, per le triplette di Caracciolo e Sforzini, per le due espulsioni, per le retrocessioni, a fine anno, sia del Brescia che della Virtus Entella e per la facoltà di cambiare mentalità alle due squadre.
Il Carpi, dopo Brescia, ha staccato le inseguitrici, il Frosinone ha messo il turbo vincendo gare fondamentali come quelle con Varese, Pescara, Latina, Ternana, Carpi e Bologna.
Similitudini ce ne sono altre. A cominciare dai portieri brasiliani per entrambe, Gabriel e Zappino, finendo per la rosa quasi interamente italiana.
Nel Carpi hanno militato 4 stranieri (Gabriel, Struna, Mbaye e Mbakogu), nel Frosinone 5 (Zappino, Cosic, Pamic, Gucher e Santana). Per gli emiliani solamente Gabriel, Struna e Mbakogu (anche se è stato infortunato per gran parte del girone di ritorno) sono titolari inamovibili (8/11 italiani sempre in campo), mentre tra le fila ciociare solamente Zappino e Gucher sono stati impiegati spesso nell'undici iniziale (9/11 italiani sempre in campo).
Infine i tecnici, due professionisti a cui non è mai stato regalato niente. Stellone, capace di portare in tre anni il Frosinone dalla Lega Pro alla Serie A e Castori, unico tecnico della gestione Giuntoli ad essere stato confermato due anni di fila.
Due persone sincere e non raccomandate. Quello di cui ha bisogno oggi il calcio italiano.
Ora la sfida più difficile, la salvezza in Serie A.
Tifoserie di Frosinone e Carpi (Getty Images)