Un blog rappresenta uno spazio all'interno del quale è possibile esprimere le proprie idee in modo meno controllato e più personale rispetto al classico articolo. Ma quando il proprio pensiero va a coincidere con quello di un collega, come nel caso del pezzo pubblicato da Fortunato Tripodi per Canale Inter, parte del network Fantagazzetta, allora è non solo bello ma anche doveroso farsi da parte e lasciare spazio a chi ha saputo descrivere tanto sapientemente una situazione "calda" come quella della Nazionale azzurra.

 

Italia – Armenia: 2-2 il finale dallo stadio San Paolo di Napoli sancisce in maniera categorica che l’Italia è fuori dal gruppo delle “magnifiche otto”, le teste di serie, le squadre inserite in prima fascia in vista dei sorteggi per i prossimi Campionati Mondiali di calcio, e non accadeva dal lontano 1978.
Ciò comporterà, molto probabilmente, un girone ostico, forse uno di quelli che i soloni del calcio amano definire “di ferro” per Buffon e compagni.
È tempo di bilanci per la nazionale guidata da Claudio Cesare Prandelli: gli azzurri, ai quali sarebbe bastato un successo nelle due gare contro Danimarca e Armenia – avessi detto Brasile e Germania – per garantirsi un posticino in prima fascia, non sono andati oltre il pareggio nelle due gare di Copenaghen e Napoli, finendo dietro la lavagna.

 

Si, in punizione, come gli scolaretti indisciplinati, un po’ cattivelli, che la maestra “puniva” in maniera bonaria dopo che questi si erano resi protagonisti di qualche marachella.
Lo so cosa vi starete chiedendo, leggendo queste riflessioni: come è possibile che la Nazionale di Claudio Cesare Prandelli sia fra i “cattivi”?
Può essere mai fra i “cattivi” una nazionale che – come ci hanno ricordato i cronisti di mamma Rai ieri sera - sotto la guida dell’ex tecnico di Parma e Fiorentina è rimasta imbattuta per tutti i gironi di qualificazione agli scorsi Europei disputati poi in Polonia ed Ucraina, ed adesso in quest’altro girone per i Mondiali della prossima estate? Del resto, rimanere imbattuti contro avversari del calibro di Danimarca, Bulgaria, Armenia, Malta, Repubblica Ceca, Fær Øer, Irlanda del Nord, Slovenia, Estonia e Serbia non è forse un mezzo miracolo per una nazionale che ha vinto la miseria di 4 Mondiali come la nostra?

 

Com’è pensabile che si metta in discussione la meravigliosa nazionale “dei piedi buoni” e del gioco “palla a terra”? Ah, anche voi tutto questo gioco palla a terra e queste azioni avvolgenti della creatura prandelliana non le avete notate, ma al massimo vi siete ritrovati ad ascoltarle negli esaltanti ed esaltati commenti dei giornalisti al seguito della Nazionale? Bene, ci fa piacere essere in buona compagnia, se così è.
Come criticare una rappresentativa maggiore che ha dato tanto spazio ai giovani, concedendo loro numerose opportunità per scalzare i vecchietti. Pensiamo a Verratti con il totem Andrea Pirlo. Vabbè, forse ho scelto un esempio un po’ sbagliato, ma ci siamo capiti lo stesso; non è il caso di sottilizzare: la nazionale di Prandelli dà spazio ai giovani. Perlomeno, i dottori del calcio così ci hanno raccontato.

 

Tanto di cappello – e qui lo diciamo senza ironia alcuna – per quanto fatto dalla Nazionale di Prandelli per quanto concerne il forte segnale dato contro tutte le mafie: chapeau!

 

Come si può mettere alla berlina una Nazionale che si è aperta in maniera convinta agli oriundi? Una nazionale che ha voluto lanciare un forte messaggio d’integrazione sociale al Bel Paese, come ad esempio quando Mario Balotelli si è presentato entusiasta all’incontro con il ministro Kyenge. Vabbè, forse con gli esempi non è il mio giorno fortunato, ma avete capito lo stesso quello che intendo.

 

Come non citare, poi, il codice etico; finalmente un’aria di moralità anche in Nazionale: i ragazzi sono tutti uguali e tutti devono rispettare queste semplici regole comportamentali nella vita con i loro club e poi anche una volta convocati in Nazionale. E vale per tutti, eh, non crediate ci siano eccezioni. Vale anche per Balotelli questo codice etico. Insomma, non proprio: lasciamo stare gli esempi, va. Tanto ci siamo intesi.

 

Per concludere, quindi, ci accodiamo anche noi alla pletora di cronisti estasiati da questa Nazionale della gestione Prandelli: cosa volete mai che siano 4 gol presi in 3 giorni da Armenia e Danimarca (di cui 2 da Bendtner, avessi detto Batistuta), oppure cosa volete che siano le numerose figure barbine rimediate nelle amichevoli, di fronte ad un gioco spumeggiante, ai giovani che trovano continuità in nazionale maggiore, alle belle prestazioni ed ai messaggi dall’alto contenuto sociale che questa squadra ci ha regalato?

 

Fortunato Tripodi per Canale Inter