C'han concesso solo una vita, soddisfatti o no, qua non rimborsano mai”. Parole sagge quelle di Luciano Ligabue che, con questa frase, da il via ad uno dei suoi tanti capolavori. Il tutto ben si ricollega alla questione legata a Jonathan Bachini, ex calciatore radiato dall'attività in quanto recidivo nella positività alla cocaina.

 

Qualche giorno fa, l'ex calciatore di Udinese, Juventus, Parma, Brescia, Siena ed anche Nazionale, è tornato agli onori della cronaca per aver chiesto la “grazia” alla FIGC ed essere riabilitato.

Bachini fu squalificato la prima volta dopo la partita Brescia-Lazio del 23 settembre del 2004 per positività alla cocaina. Lo stesso errore fu commesso dal calciatore il 4 dicembre del 2005, quando dopo la partita Lazio-Siena fu trovato positivo nuovamente alla stessa sostanza. Sarà l'avversione verso i colori biancocelesti(o l'attrazione solo verso il bianco), ma l'atto commesso dall'ormai ex calciatore è stato sanzionato giustamente.

 

Bachini afferma che l'uso della cocaina “non è che ti migliora la prestazione sportiva, tutt'altro. E' deleteria: non l'avevo fatto certo per doparmi “. Ciò non è una scusante: se è stata inserita tra le sostanze dopanti, perchè usarla? E a maggior ragione, perchè riusarla dopo una squalifica? Se ci sono delle regole è giusto che vengano rispettate. Lui punta il dito contro coloro che sono stati coinvolti nel calcioscommesse “perché loro sì che hanno fatto del male alle loro società, ai compagni, ai tifosi. Io ho fatto del male solo a me stesso”.

Aggiungo: se un calciatore, in totale buona fede, scommettesse su una partita che non lo riguarda minimamente in prima persona... perchè squalificarlo? Non fa del male a nessuno. Eppure, da tesserato, non può farlo. C'è una regola e va assolutamente rispettata.

 

Personalmente sono contro la concessione della grazia. I calciatori sono dei personaggi privilegiati ed hanno un attenzione mediatica enorme. Molti sono i bambini che cercano di emulare i propri campioni. E' giusto punire chi sbaglia ed è giusto dare a loro il messaggio che, trasgredendo le regole, non si va da nessuna parte. Altrimenti tutto sarebbe lecito.

 

Antonio Pellegrino