di Cesare Bogazzi

 

Cedere, che passione. In casa Inter è tempo di partenze, alcune eccellenti: la società continua a smontare e rimontare il giocattolo a disposizione di Mancini, così capita che il mercato di gennaio venga inopinatamente sconfessato e che dopo la scorpacciata di arrivi sia giunto il momento degli addii. Cessioni dolorose per i tifosi, molto meno per la dirigenza nerazzurra, il cui operato divide e fa discutere.

 

Shaqiri è già andato, direzione Premier League, e un beniamino degli interisti si prepara a salutare, destinazione Madrid; l’Inter cede con apparente leggerezza e stavolta non c’è nessun #saveKovacic che tenga. Mancini impone il suo credo, fornisce precise indicazioni e la società riesce a incassare plusvalenze, minime come nel caso dello svizzero, o enormi come quella per il croato.

 

40 milioni tra fisso e bonus: chi direbbe di no a una simile proposta? Soprattutto considerato l’impatto di Kovacic nei due anni e mezzo in cui ha vestito la maglia nerazzurra: irrisorio, a parte i primi mesi targati Stramaccioni. Ruolo ancora da definire, sprazzi di talento puro, tanta, maledetta discontinuità; c’è poco in quanto mostrato a Milano che giustifichi l’enormità della cifra che il Real Madrid si prepara a sborsare.

 

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Ma di impressionante c’è soprattutto il modo in cui l’Inter sta affrontando il mercato in uscita. Nessun intoccabile e tutti sul mercato, senza contare poi gli “epurati”, dichiaratamente fuori dal progetto: i nerazzurri non stanno guardando in faccia nessuno, alla ricerca di una quadratura del bilancio che sembrava improbabile dopo gli sforzi per portare Kondogbia, Miranda, Jovetic e gli altri acquisti estivi alla corte di Mancini. Eppure gli uomini mercato dell’Inter rischiano di mettere i conti a posto, alla faccia dei tanti Soloni che ultimamente amano disquisire di finanza applicata al mondo del pallone, e pure di togliersi gli ultimi sfizi nel mercato in entrata. Mancini sa cosa serve per la sua idea di calcio: un terzino, un esterno offensivo, un centrocampista con la giusta garra.

 

Sarà un errore cedere Shaqiri e Kovacic? Solo il tempo potrà fare chiarezza, soprattutto per quanto riguarda il centrocampista croato. Amato, coccolato, atteso, ma mai veramente decisivo. E soprattutto privo di quella cattiveria che trasforma un giocatore di talento in un campione; carattere che Mancini vuole vedere nella nuova Inter e che rappresenterebbe il vero cambiamento rispetto al recente passato.

 

Il tecnico, in accordo con la società, sta facendo letteralmente piazza pulita. L’imperativo è superare la mediocrità mazzarriana, puntare al top anche con investimenti tanto ambiziosi quanto rischiosi: Mancini sa di giocarsi molto, se non tutto nei prossimi mesi. E per farlo è disposto a rivoluzionare un’intera rosa, resettare, e ripartire quasi da zero. Con un leggerezza che lascia intimoriti i tifosi e scandalizza gli addetti ai lavori, ma che potrebbe rivelarsi l’unica arma possibile.