di Antonio Pellegrino

 

Ci sono storie d'amore romantiche che durano per sempre. Quella tra il Milan e Inzaghi sembrava potesse avere le basi per entrare di diritto in questo albo. La chiusura forse anticipata della carriera calcistica, a causa di incomprensioni con Massimiliano Allegri, non aveva frenato il binomio Milan-Inzaghi che era proseguito sulla panchina, affidando a SuperPippo la crescita del settore giovanile. La solita grinta dell'ex numero 9 rossonero è rimasta immutata, con la differenza che il classico completino da gioco ha lasciato spazio a giacca e cravatta. E i risultati positivi, partita dopo partita, cominciavano a vedersi. Proprio questo motivo ha spinto poi Berlusconi e Galliani ad affidare a SuperPippo la panchina della prima squadra.

 

L'epilogo della stagione rossonera, con Inzaghi alla sua prima avventura in Serie A, lo conosciamo tutti. Le colpe sono un po' di tutti, questo è innegabile. Far passare l'ex calciatore milanista per il responsabile di quanto accaduto è ingiusto. Le sue colpe ci sono, non ci sono dubbi. Ma ci sono fattori che hanno inciso forse più delle sue scelte tecniche. Uno su tutti è la rosa del Milan: difficilmente il prossimo allenatore rossonero, Sinisa Mihajlovic, avrebbe saputo fare meglio del suo predecessore. E questo non perchè uno sia meglio dell'altro, ma semplicemente perchè la rosa messa a disposizione di Inzaghi aveva degli evidenti limiti tecnici. Basti pensare al fatto che alcuni giocatori rossoneri, nel Milan di qualche anno fa, forse non avrebbero trovato posto neanche in panchina.

 

L'esonero di SuperPippo era dietro l'angolo, lo sapevamo tutti. E, probabilmente, lo sapeva anche lui. Ma la sua etica professionale lo ha spinto a comportarsi come se niente stesse accadendo e a rendere più di prima.

La situazione seguente non è stata gestita al meglio dal Milan, che con ancora Inzaghi tecnico dei rossoneri ha cercato in tutti i modi di convincere Ancelotti a tornare a quella che è stata casa sua per tanto tempo, senza curarsi dell'immagine che l'ex numero nove rossonero potesse avere davanti ai media. Un atteggiamento discutibile, non da Milan.

 

E dopo il danno... arriva la beffa. Già, perchè dopo l'addio di SuperPippo adesso iniziano a circolare nomi altisonanti nella campagna acquisti con annesso rilancio dei rossoneri. Chissà se con una rosa più competitiva tra le mani avrebbe potuto rendere meglio.

In bocca al lupo, Pippo. Sono sicuro che in futuro ti riscatterai.