La rovesciata di ieri di Higuain ha fatto cadere il record di Gunnar Nordahl, il pompierone svedese che nella stagione 1949/50 fece 35 gol con la maglia del Milan. Quest'anno è il secondo record milanista che cade dopo quello di Sebastiano Rossi per opera di Buffon. Due record che parevano imbattibili. Tenere la porta inviolata per più di 10 gare e segnare più di un gol a partite sono imprese da grandi giocatori in grandi squadre.
La cosa che più brucia ai tifosi però è aver visto rompere i proprio record da lontanissimo. Il Milan non è mai stato vicino a Juve e Napoli in questa stagione, come anche le due precedenti, e rischia fortemente di restare fuori dalle coppe europee per il terzo anno di fila a meno di una vittoria nella finale di Coppa Italia con la Juventus. Altro record negativo per il Milan: da quando esiste la Coppa Uefa mai era stato così a lungo fuori dalle competizione europee, a parte il periodo delle due Serie B.
Prospettive che il Milan torni a breve e stabilmente a lottare per trofei importanti non ce ne sono e i cinesi sono, per adesso, un miraggio. I bilanci sono sempre più rossi e la gestione è affidata a Galliani che ha ampiamente dimostrato che da solo, circondato da procuratori, fa solo danni. Già si parla di cedere Bacca, uno che in una squadra mediocre ha fatto comunque 20 gol, e tenere Balotelli, 1 gol. E nel frattempo sorbire comizi sul bel giuoco.
L'unica certezza è che la tanto remunerativa tournèe è salva. Evitati i preliminari di luglio di Europa League. Meglio affrontare Bayern Monaco, Liverpool e Chelsea nella International Champions Cup sicuri che anche una sonora sconfitta si può giustificare con i carichi di lavoro (probabilmente ancora di Brocchi). E poi l'organizzatore della Icc è lo stesso che vorrebbe creare la Superlega con i top club europei al posto della Champions League, come vorrebbe Galliani. Che forse non sa che il Milan non è più un top club.