di Luca Tonazzini

 

Nel calcio moderno il posto per i sentimenti è sempre più ristretto, a comandare sembrano essere solamente due fattori: il denaro e le vittorie. Eppure anche nel mondo pallonaro esistono storie d'amore che meritano di essere vissute e raccontate. Storie di passione e tradimenti, storie di amori tormentati o mai nati, ma anche favole a lieto fine che sembrano scritte dalla mano di sapienti romanzieri.

 

Un colpo di fulmine, una di quelle storie d'amore travolgenti che nei primi periodi bruciano di passione. Un'avventura come quella di Rudi Garcia e la Roma: fin dai primi giorni dopo il suo sbarco a Fiumicino l'allenatore francese ha conquistato tutto il popolo giallorosso, il suo gioco entusiasmava la piazza, le vittorie in campionato facevano passare in secondo piano le rovinose cadute sui palcoscenici europei. La tifoseria romanista lo elesse ben presto ad idolo, complice la lotta per lo Scudetto con la rivale storica Juventus e le denunce, nemmeno tanto velate, di presunti omaggi arbitrali a favore dei bianconeri, raggiungendo l'apice con quella famosa dichiarazione del post-partita in cui Garcia si disse convinto di poter vincere lo Scudetto. Quando la Roma sembrava finalmente pronta per tentare il vero assalto ecco la rottura degli equilibri: le sconfitte, unite a prestazioni non esaltanti ed ai presunti dissidi con il presidente hanno retrocesso quel rogo fino ad una flebile fiammella, spenta poi definitivamente dal gelido vento dell'est che ha riportato Luciano Spalletti sulla panchina della Lupa dall'esilio dorato della Russia.

 

Ci sono poi amori tormentati, tribolati di giocatori che partono, poi tornano a più riprese. Amori come quello tra Fabio Quagliarella ed il Torino; l'attaccante di Castellammare di Stabia è cresciuto calcisticamente nella società granata, salvo poi salutarla alla ricerca di una squadra che gli concedesse maggior spazio. Nel 2004 il primo rendez-vous, un ritorno di fiamma fuggevole come un bacio, durato una sola stagione a causa del fallimento della società piemontese, un nuovo "arrivederci" tra le due parti ed una nuova avventura per quello che qualche anno più tardi diventerà l' "Eta Beta" della Juventus. Infine il terzo ed ultimo (?) ritorno: proprio dopo il periodo alla Vecchia Signora Quagliarella decide di tornare dal suo vecchio amore granata, eppure il popolo torinista, così esigente con i propri giocatori, non lo ama e non gli perdona quel suo non esultare di fronte alle proprie ex squadre, fino all'episodio chiave di qualche giorno fa: quel gesto, quasi di scuse, verso la tifoseria del Napoli, un affronto che una gran parte, se non tutta, la tifoseria granata non ha per nulla gradito. L'addio, questa volta definitivo, sembra essere ormai dietro l'angolo.

 

Tra la categoria degli "amori mai nati" possiamo invece annoverare quello tra Luiz Adriano ed il Milan. L'attaccante brasiliano, voluto talmente fortemente dalla società rossonera tanto da pagare 8 milioni di Euro pur di averlo fin dalla scorsa estate anziché aspettare il suo arrivo a parametro 0, ha finito con l'emulare i giocatori del recente passato milanista che hanno indossato la maglia numero 9. Solamente tre i gol realizzati in campionato, due assist e tante, troppe prestazioni anonime. L'offerta piovuta nelle ultime ore dalla Cina ha ingolosito, e non poco, la dirigenza rossonera, ben felice di realizzare una plusvalenza con un giocatore che si è rivelato poco adatto al nostro campionato, liberandosi anche di un ingaggio che pesava sulle meste finanze milaniste. 

 

Fortunatamente però ci sono anche gli amori veri, come quelli che legano Pasciuti ed il suo Carpi. Tra i tifosi biancorossi c'è addirittura chi ha fatto una petizione per dare la cittadinanza d'onore al centrocampista originario di Carrara, il gol realizzato nella scorsa giornata è entrato nella storia, il numero 19 è infatti l'unico giocatore ad aver segnato almeno un gol con la stessa squadra in tutte le serie a partire dalla D. Quella tra Pasciuti ed il Carpi sembra dunque una storia d'amore destinata ad entrare nella leggenda, annoverata in quella ristrettissima cerchia delle "bandiere" ormai scomparse nel calcio moderno.