Se sei un attaccante algerino, fisicamente prestante e per di più hai vestito la maglia dell’Olympique Lione, il paragone con Karim Benzema è immediato. Pur ammirando il giocatore, Ishak Belfodil quell’etichetta non l’ha mai presa troppo sul serio, focalizzandosi più volentieri su quello che avrebbe potuto dare. Non un uomo d’area, ma un attaccante che ama agire da seconda punta, servire l’assist e provare la giocata di classe. Una qualità che in molti hanno cercato, ma non sempre è stata in grado di rispettare le attese. E così l’inizio di un peregrinare lungo e scosceso, con l’ambizione di ritrovarsi e provare nuovamente a sfondare nel calcio europeo.

LA CRESCITA FRANCESE
Venuto alla luce nel gennaio del 1992 nella città algerina di Mostagamen, all’età di sei anni si trasferisce con la famiglia in Francia ad Elancourt, nella periferia di Parigi. Nonostante i Templiers d’Elacourt e la buona tradizione di football americano, non si appassiona all’ovale, ma preferisce seguire le orme dei suoi idoli Ronaldo e Zidane. Dopo le prime esperienze con le squadre cittadine dell’OSC Internazionale e del Trappers, prova ad entrare all’Institut national du football de Clairefontaine, un’accademia che ha sfornato talenti del calibro di Thierry Henry e Nicolas Anelka. Fallito il test finale, si apre la porta delle giovanili del PSG, dove rimane un anno prima di passare all’AC Boulogne Billencourt. Nel 2007 passa nell’Under-16 del Clermont Foot, dove mette a segno 15 gol e si laurea capocannoniere. Su di lui mettono gli occhi Sant’Etienne e Olympique Lione, ma la scelta ricade ovviamente su leoni. Firmato un triennale, rimane due stagioni e mezzo, timbrando 7 presenze Ligue 1 ed esordendo Champions League contro l’Anderlecht. Lo spazio a Lione è poco, e così prepara le valigie e saluta la Francia.

L’ARRIVO IN ITALIA
La televisione e Taider. Bastano due ingredienti per convincere Belfodil a valicare le Alpi e trasferirsi in Italia. Dal divano di casa aveva visto parecchie volte il campionato italiano ed aveva potuto conoscere al meglio il Bologna dell’amico Taider, un tramite importante per portarlo in rossoblù. E’ il gennaio del 2012 e Belfodil sbarca a Bologna con la formula del prestito semestrale. Nel Bologna di Pioli c’è spazio per due punte, ma la concorrenza è tanta, con Di Vaio insostituibile e Acquafresca in buone condizioni. L’algerino esordisce il 29 febbraio in un Bologna-Genoa, ma chiude la stagione con solamente 8 presenze. Nonostante le parole di Guaraldi, il Bologna non lo riesce a trattenere per problemi legati all'ingaggio. Il campionato italiano l’ha aiutato a crescere e la voglia del Lione di riportarlo in Francia è pressoché nulla.

La presentazione a Bologna (Getty Images)

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PARMA, ANDATA E RITORNO
Alla porta del Lione bussa il Parma. Sul piatto vengono messi 2,6 milioni di euro, mentre il club francese si riserva il diritto al 20% di una futura plusvalenza da vendita, superando così le offerte di club come Tottenham, Genoa, Palermo e Bologna. Negli schemi di Roberto Donadoni è contemplato come partner ideale di Amauri, in un ruolo di seconda punta che si intreccia al meglio con le sue caratteristiche. Per un attaccante che non ha ancora mai segnato in un campionato maggiore, l’avvio è stupefacente, con la gioia del primo gol il 2 settembre contro il Chievo. Torna a segnare con Roma e Lazio, prima della doppietta del 16 dicembre contro il Cagliari. A gennaio ha già segnato 7 gol e servito 4 assist, il giocatore cresce, il Parma gongola e, come capita spesso, il calciomercato inizia a parlare. Dopo soli sei mesi vissuti da protagonista nel calcio italiano, arrivano le prime offerte, con il procuratore alle prese con incontri e trattative. I ducali non cedono, Belfodil rimane in gialloblu, ma la testa dondola altrove. Nelle seguenti 19 giornate segna una sola volta, all’ultima giornata contro il Palermo.  

La prima esperienza a Parma (Getty Images)

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Il basso rendimento del girone di ritorno non scoraggia l’Inter, alle prese con uno svecchiamento del reparto avanzato. Ausilio, nell’estate del 2013, chiude due operazioni: Icardi dalla Sampdoria, Belfodil dal Parma. Se l’argentino convince da subito, il discorso è diverso per l'algerino. Innanzitutto viene criticata l’operazione economica (una delle più controverse nella recente storia del Parma). Nella trattativa finisce Cassano, mentre Belfodil passa in nerazzurro per 11,5 milioni. Il Parma riscatta virtualmente la metà, così da realizzare una plusvalenza contabile, ma incassando circa 6 milioni. Il precampionato è inoltre disastroso, con l’attaccante che, all’esordio in amichevole, sbaglia due rigori e fallisce una clamorosa occasione da gol in contro il Trentino. Mentalmente è una mazzata, mentre fisicamente accusa gli effetti del Ramadan, che gli impediscono di seguire un’alimentazione in linea con la preparazione. Mazzarri non lo tiene in grande considerazione ed in sei mesi scende in campo 8 volte, di cui una sola da titolare, rimediando pure un’espulsione contro l’Hellas Verona. In Coppa Italia disputa due gare, trovando il gol contro il Trapani: è troppo poco e da inizio dicembre non vede più il campo. 

Il biglietto per partire da Milano è già in tasca da tempo e l’approdo al Queens Park Rangers sembra cosa fatta, salvo saltare all’ultimo per problemi economici. Negli ultimi scampoli di calciomercato, sceglie il Livorno, in difficoltà di classifica e alla ricerca di un attaccante prolifico. L’avventura non va come ci si sarebbe immaginato, con gli amaranto retrocessi e l’algerino bloccato a zero gol in 17 partite. I sei mesi in Toscana non rivalutano l’attaccante, ma il Parma decide di riscattarne la restante metà per altri 6 milioni di euro. Con Donadoni si pensa possa tornare sui livelli del 2012, ma il Parma è clamorosamente ridimensionato. Ai problemi di campo si uniscono quelli economici, con il fallimento che diventa un’opzione man mano sempre più vicina. L’ambiente non è sereno e ne risentono tutti, Belfodil compreso. In 23 apparizioni arriva un solo gol, a marzo, contro l’Empoli. Il 6 maggio, a campionato in corso, l’attaccante rescinde il contratto, mentre il Parma, qualche mese più tardi, dovrà ripartire dalla Serie D.    

Parentesi Livorno (Getty Images)

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L'ESILIO ARABO E LA NUOVA VITA
In uno stato mentale confusionario e con le certezze riguardo alle proprie qualità minate, non resta che cercare la tranquillità economica e la serenità ambientale. Il luogo che risponde a tutte queste esigenze non possono che essere gli Emirati Arabi Uniti. L’Arabian Gulf League è il classico torneo che accoglie i giocatori a fine carriera e alla ricerca di guadagni sicuri. La scelta di Belfodil, appena 23enne, stona. Sposa la causa del Baniyas, uno dei tanti club di Abu Dhabi, dove trova Joaquin Larrivey come partner offensivo. Il livello è lontano da quello europeo, ma gli permette di ritrovare il feeling con il gol: 11 in 23 partite. Un anno nel deserto basta e avanza e la voglia di rimettersi in gioco è tornata ad essere la priorità. Il primo settembre rescinde con il Baniyas e firma un contratto annuale, con opzione per il secondo, con lo Standard Liegi, club belga militante nella Jupiler League. Arrivato a campionato iniziato, ci mette poco a convincere il tecnico Aleksandar Jankovic a puntare su di lui. Esordisce con gol l’11 settembre contro il Genk e si ripete due giornate più tardi contro il Kas Eupen, segnando il 3-0 dopo un rigore sbagliato. Quattro partite da titolare in campionato, due su due in Europa League, un’altra vetrina che gli potrà tornare decisamente utile. La forma fisica è tornata ad un buon livello, quella mentale è in crescita costante, mentre la qualità probabilmente non se n’è mai andata. E poi c’è quella voglia di tornare in Nazionale, in quell’Algeria che fa a meno di lui dal marzo 2015, quando Belfodil trovò i primi due gol in amichevole contro l’Oman. I 24 anni sono dalla sua parte e la sua seconda vita è appena cominciata.  

Rilancio allo Standard (foto www.standard.be)

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