Il debutto in Serie A, domenica a Bergamo contro l’Atalanta, fa già paura per la Roma: gli orobici hanno dimostrato di essere in ottima forma battendo nel corso del precampionato squadre come il Lilla, il Borussia Dortmund e il Valencia. I giallorossi, dopo il passo falso del 10 agosto nel Trofeo Puerta contro il Siviglia, hanno chiuso invece con una sciagurata débâcle il proprio cammino in vista del debutto ufficiale: quattro gol presi in un tempo solo a Vigo contro il Celta.
Calcio d’agosto è vero, ma che non fa altro che alimentare dubbi sulle reali capacità e funzionalità per il calcio di Di Francesco di alcuni uomini del pacchetto arretrato romanista. C’è prima di tutto da dire che il tecnico giallorosso si è presentato alla prima delle due amichevoli, con il Siviglia, con quello che molto probabilmente sarà l’undici titolare a Bergamo sempre in attesa, dal mercato, di un esterno vero d’attacco che faccia fare il salto di qualità là davanti ai giallorossi: Alisson; Peres, Manolas, Moreno, Kolarov; Strootman, De Rossi, Nainggolan; Perotti, Dzeko, Defrel.
Il portiere della Nazionale brasiliana, eletto numero uno dopo l’addio al superlativo Szczesny della passata stagione, ha fatto emergere i primi interrogativi sulla bontà della scelta. Lo scorso anno collezionò 15 presenze nelle coppe, ora è chiamato a fare il titolare in campionato; nella sfida con gli andalusi ha preso gol da Escudero e Nolito, su entrambi i tiri, in particolare il secondo, ha lasciato perplessi per la copertura del proprio palo. Insomma, una prova che sicuramente non gli avrebbe garantito la sufficienza in pagella.
Con Karsdorp ancora ai box, out per le prime due di campionato, a destra tocca obbligatoriamente per ora a Bruno Peres, ma il brasiliano sta ancora pesantemente stentando nella fase difensiva soprattutto ora che la linea dietro è a quattro. Dal suo lato per gli avversari è facile sfondare, difficilmente riesce poi a chiudere mentre i centrali di difesa devono scoprirsi e rischiano di pagare a loro volta dazio. Titolare sia con il Siviglia che non il Celta Vigo, in entrambe le gare ha commesso errori che ne hanno minato una prestazione non all’altezza anche in fase di spinta. A sinistra, d'altro canto, i giallorossi possono aspettare con tranquillità il recupero di Emerson visto che hanno trovato in Kolarov un elemento prezioso e quindi difficile da smuovere.
Con il Celta Vigo, Di Francesco, a tre giorni dalla sfida di Siviglia, ha deciso di dare largo spazio alle seconde linee: Skorupski; Peres, Fazio, Jesus, Kolarov; Gerson, Gonalons, Pellegrini; Ünder, Defrel, Iturbe. Conferme obbligate solo per Peres, Kolarov e Defrel visti gli attuali limiti numerici della rosa giallorossa. Un 4-0 a fine primo tempo, prima della girandola di cambi e il gol della bandiera di Strootman su assist di Dzeko, che dunque non deve destare eccessive preoccupazioni se non per i limiti palesati da un pezzo grosso come Fazio.
Il centrale argentino, uno dei punti di forza nella difesa a tre di Spalletti dello scorso anno, deve probabilmente ancora scaldare il grosso motore ma come, accaduto anche nel corso della passata stagione, rischia di fare seria fatica quando il pacchetto arretrato è a quattro e non ha altri due centrali ai lati a proteggerlo. La mobilità e velocità degli attaccanti avversari lo mettono in difficoltà, il campo da coprire alle sue spalle è troppo per uno che non fa della rapidità la migliore delle qualità, mentre Di Francesco chiede ai suoi difensori di stare alti. Hector Moreno in questo momento gli è davanti nelle gerarchie e dal mercato potrebbe arrivare allora anche un nuovo elemento per migliorare la situazione.