Tutto ri-cominciò con un pareggiocontro l'Inter al San Paolo: era il 15 maggio del 2011, finì 1-1, ilNapoli guadagnò il punto necessario e sufficiente per cominciare afesteggiare il ritorno in Champions League, vent'anni dopo l'ultimaboccata d'aria dell'Europa che conta – un'era geologica fa, quando nonesistevano i gironi e la Coppa era ancora circoscritta ai Campioni.Cavani, Lavezzi, Hamsik e compagni tirarono fuori le magliettecelebrative già preparate contro ogni scaramanzia, Mazzarri si presela standing ovation del San Paolo, e già si sognavano le notti diFuorigrotta con le grandi d'Europa.
Di quelle notti, negli ultimi sei anni,il Napoli ne ha già vissute: notti belle, notti brutte, nottifantastiche, notti tremende – notti, comunque, indimenticabili. Emercoledì c'è la notte più attesa di tutte, quelle che inapoletani aspettano da anni. Da tempo, ad ogni giro di bussolotti,in città si è attesa l'estrazione di un foglietto con su scrittoReal Madrid o Barcellona. Un po' tacitamente, perché difficilmentesi possono trovare avversari peggiori, ma anche con la voglia diincontrare quei campioni che normalmente si vedono solo in tv. Ora èsuccesso: Real-Napoli è realtà, ed è dietro l'angolo. E allora,che notte sarà? Bella, brutta, fantastica o tremenda? Nell'attesa,ripercorriamo le notti veramente indimenticabili vissute dal Napolinelle ultime edizioni della Champions League.
22 novembre 2011, Napoli-ManchesterCity 2-1
Alla vigilia dello sbarco deglisceicchi, la classifica del gruppo A della Champions League recita:Bayern Monaco 10, Manchester City 7, Napoli 5, Villareal 0. Dopo ilbel pareggio strappato all'esordio all'Etihad, la squadra di Mazzarriaccoglie gli inglesi di Mancini in uno stadio infuocato: è lapenultima partita, già decisiva per la qualificazione: con unavittoria, il City chiude i conti e si qualifica matematicamente; conun pareggio, agli inglesi va il lusso di giocare per due risultatinell'ultima, contro il Bayern Monaco, con il Napoli condannato avincere in Spagna; in caso di vittoria napoletana, invece, Cavani ecompagni diventano padroni del proprio destino. E finisce con unadoppietta del Matador intervallata da un gol di Balotelli, e unsecondo tempo straordinario in cui il Napoli non riesce adarrotondare il risultato nonostante tre clamorose occasioni, conLavezzi, Hamsik e Maggio. All'ultima giornata, due vittorie e nientecambia: il Napoli va agli ottavi.
21 febbraio 2012, Napoli-Chelsea 3-1
Per il primo ottavo di finale di Champions della propria storia, il Napoli si ritrova di nuovo fra i sudditi di sua maestà: il Chelsea di Villas Boas, agevolmente qualificato come primo nel girone con Bayer Leverkusen, Valencia e Genk. Match complicato, certo, ma che capita nel momento peggiore della stagione dei londinesi. Che a Napoli non riescono a invertire la rotta. Segna prima Mata, poi comincia lo show napoletano: gol di Lavezzi da fuori area, poi il tap in di Cavani, poi la doppietta del Pocho; in mezzo, il miglior intervento della carriera di Salvatore Aronica, che strappa il pallone dai piedi di Drogba evitando il pareggio; a partita chiusa, Maggio va a un passo dal 4-1. Al ritorno, sulla panchina del Chelsea c'è Roberto Di Matteo, il secondo del pupillo di Mourinho, esonerato dopo la sconfitta contro il West Bromwich. E alla prima l'italo-svizzero non sbaglia: 3-1, si va ai supplementari, segna Ivanovic, 4-1, Napoli fuori e Chelsea ai quarti. Chelsea che poi avrebbe vinto quella Champions.
18 settembre 2013, Napoli-Borussia Dortmund 2-1
L'inizio di una stagione europea dopo un'estate di rivoluzioni: prima l'addio di Walter Mazzarri, l'uomo della rinascita, poi quello di Edinson Cavani, strappato al golfo dai milioni degli arabi di Francia. Al loro posto, due personaggi di grande spessore internazionale: Rafa Benitez, l'allenatore più vincente a sedersi sulla panchina napoletana, e Gonzalo Higuain, che lascia un posto da comprimario al Real Madrid per fare il protagonista in maglia azzurra. Dopo un buon inizio in campionato, arriva il battesimo Champions contro il fortissimo Borussia Dortmund di Jurgen Klopp. Prima arriva il gol di Higuain, con conseguente espulsione del tecnico tedesco (colpevole d'incazzatura diventata virale); poi l'espulsione di Weidenfeller, la punizione capolavoro di Insigne e l'assurda autorete di Zuniga. Assurda almeno quanto quel girone, finito (unico nella storia della Champions) con una squadra - il Marsiglia - a 0 punti, e tre squadre - Napoli, Borussia e Arsenal - a quota 12. A farne le spese proprio gli uomini di Benitez, che pagano la peggior differenza reti negli scontri diretti. E vengono eliminati nonostante una classifica da primi della classe.
27 giugno 2014, Athletic Bilbao-Napoli 3-1
Perché in mezzo a tanti bei ricordi, ce ne sono alcuni brutti, che forse sono quelli meglio impressi nella memoria. Come quelli che portano alla maledetta serata d'agosto al San Mames, quando un Napoli in ritardo di condizione imbarazzante fa errori grossolani e spiana la strada ai baschi. Al San Paolo era finita 1-1, a Bilbao comincia addirittura bene, con il gol di Hamsik. Poi la galleria degli orrori, da marcature saltate, ad anticipi sottovalutati e fuorigioco mai scattati. Per non parlare dell'abbraccio in marcatura fra Maggio e Britos sul primo gol di Arduiz. Il simbolo di una serata assurda.