Incomprensibile, incostante, altalenante, tanti gli aggettivi che si possono applicare fino a questo momento a questa stagione della Juventus. Incomprensibile come una squadra che, anche con un pizzico di fortuna, riesce ad arrivare prima nel proprio girone di Champions League davanti ai campioni d'Europa in carica del Chelsea, non riesca a regolare senza soffrire avversari sulla carta decisamente inferiori come Salernitana e Venezia.
I bianconeri sono assolutamente incostanti a livello di gioco ed il pareggio di ieri pomeriggio contro i lagunari ne è forse uno degli esempi più lampanti: in controllo il primo tempo chiuso in vantaggio e sfiorando anche il raddoppio, totalmente abulica la ripresa con il pallino del gioco lasciato al Venezia che ha potuto prima pareggiare e poi illudersi anche di portare a casa il bottino pieno.
Quella di Allegri appare una squadra altalenante sotto tutti i punti di vista: tecnico, fisico ed anche emotivo, in campo si vedono certi strafalcioni tecnici che fanno rimpiangere i giocatori di serie molto inferiori, fisicamente si fanno delle scelte senza alcuna logica come quella di rischiare Dybala dal 1' per essere poi costretti a cambiarlo dopo appena dieci minuti di gioco, emotivamente ci sono giocatori troppo fragili che accusano il primo errore come un destro in pieno volto e non riescono più a riprendersi per tutto l'arco della partita.
Tuttavia l'aggettivo che più calza alla Juventus 2021-22 fino a questo momento è "deludente". Dopo due anni di transizione di Sarri prima e Pirlo poi questo doveva essere il primo anno in cui si sarebbe dovuto iniziare a vedere qualcosa complice la presenza di un tecnico esperto e vincente come Massimiliano Allegri. Invece anche questa stagione si sta trasformando nell'ennesimo anno zero. Deludente è la dirigenza che permette continui attacchi alla società senza mai alzare la voce per far valere le proprie ragioni, deludente la gestione del mercato dove appare evidente una certa difficoltà ad avere idee nuove e tornano a circolare sempre i soliti nomi che sono sul taccuino dei bianconeri da anni, così come è deludente l'incapacità di liberarsi di certi pesi morti e permettere a certi procuratori di rilasciare dichiarazioni che vanno inevitabilmente ad incidere sul valore dei giocatori stessi.
Ovviamente la delusione si allarga poi alle questioni strettamente di campo. Il ritorno di Allegri non ha portato la serenità necessaria alla squadra che appare ancora priva di identità e si affida troppo spesso agli assoli dei singoli, permettendo a squadre con organici decisamente inferiori di fare bella figura con un possesso che i bianconeri hanno difficoltà anche solo a pensare, le diverse assenze non possono essere una scusante per partite come quelle di ieri dove la gestione scellerata di Dybala non ha fatto altro che acuire problemi strutturali ormai palesi. Infine non si può non criticare una buona parte dei giocatori attualmente in rosa. Nella sua storia ultracentenaria ci sono state Juventus non all'altezza del prestigio del club stesso e la squadra di quest'anno rientra in questo strettissimo novero. Costruita strutturalmente male, i giocatori in campo non stanno facendo nulla per mascherare questi difetti, anzi spesso li evidenziano ancora di più con prestazioni a dir poco insufficienti, sia che partano tra i titolari che nel caso in cui subentrino dalla panchina. Pochi, troppo pochi, gli elementi che possono essere salvati, ma le cui prestazioni positive vengono inevitabilmente travolte e cancellate da quelle negative dei compagni di squadra.
Dire che è tutto da buttare è comunque ingeneroso per coloro che comunque provano a tenere la nave a galla e che stanno dando segni di crescita. Nel pareggio di ieri ci sono stati ugualmente giocatori che hanno portato a casa la pagnotta con onore, giocatori da cui vale la pena ripartire se questo, come ormai è quasi certo, sarà l'ennesimo anno di transizione. In difesa de Ligt e Pellegrini hanno dimostrato di meritare la maglia della Juventus ed in particolare l'esterno sinistro sta crescendo come qualità di prestazioni, tanto da rendere impietoso il confronto con quello che ad inizio stagione era considerato indiscutibilmente il titolare di quel ruolo. A centrocampo Locatelli continua a predicare accanto a compagni di reparto non al suo livello e che anziché semplificargli la vita lo costringono a cantare e portare la croce, poco più avanti troviamo un Bernardeschi in crescita e che ogni tanto trova qualche giocata fuori dagli schemi che può far saltare il banco delle difese avversarie, anche se il suo rendimento è ancora incostante all'interno di una singola partita. In attacco ci si dovrebbe affidare al talento cristallino di Dybala, ma le sue condizioni fisiche non lo permettono, l'argentino si sta rivelando oltremodo fragile e troppo incline agli infortuni muscolari, una storia che si è ripetuta fin troppo spesso negli ultimi anni sotto l'ombra della Mole.
Ormai il quarto posto in questa stagione, e di conseguenza la partecipazione alla prossima Champions, è diventato un'utopia e quindi bisognerà quanto prima iniziare a pensare al futuro. La Juventus, intesa come società intera, dai magazzinieri fino ad Andrea Agnelli deve dar vita, tra gennaio e giugno 2022, a una rivoluzione che possa riportare la squadra ai vertici del calcio italiano, partendo da quei pochi punti fissi che stanno dimostrando di meritare davvero di far parte della storia della Juventus.