Nel quarto anticipo della dodicesima giornata di Serie A la Juventus ha ospitato tra le mura dello Stadium il Cagliari dell'ex tecnico bianconero Ranieri. Partita importante per la formazione di Allegri per dare continuità ai risultati ottenuti e per allungare ulteriormente sul Milan che poche ore prima era stato fermato sul pareggio. I bianconeri, ancora in piena emergenza tra infortuni e squalifiche, hanno centrato l'obiettivo ottenendo la quinta vittoria consecutiva e portando a quota sette la serie di risultati positivi con 19 punti conquistati sui 21 disponibili dopo la clamorosa disfatta contro il Sassuolo. 

Alla vigilia della partita l'elenco degli indisponibili della Juventus era piuttosto corposo e, inoltre, Allegri si trovava a dover gestire la diffida di Gatti, molto pesante in ottica Inter. Il tecnico livornese si è fidato del proprio difensore mandandolo comunque in campo titolare e per ovviare alle altre assenze ha spostato Cambiaso sulla corsia di destra con McKennie e Miretti nei ruoli delle mezze ali, Locatelli come al solito in mezzo e Kostic sulla fascia sinistra, in attacco ancora spazio al tandem azzurro Kean-Chiesa con Vlahovic in panchina. Dall'altra parte Ranieri prendeva spunto dalla vittoria sul Genoa e mandava in campo dal 1' Zappa, Viola e Petagna, cioè gli uomini più decisivi del precedente impegno. 

Pronti via e i bianconeri provano a prendere in mano il pallino del gioco, ma nonostante la verve propositiva e un pressing piuttosto alto non riescono a creare pericoli concreti a Scuffet, anzi è il Cagliari che si fa vedere più spesso dalle parti di Szczesny. Un primo tempo che parte su buoni ritmi, ma che con il passare dei minuti si adagia sempre più verso la mediocrità permettendo agli isolani di alzare sempre più il loro baricentro e pareggiare ben presto la statistica sul possesso della sfera. La prima frazione si chiude a reti bianche e, soprattutto, senza tiri nello specchio da parte delle due squadre. 

La ripresa si apre con un cambio tra le fila degli ospiti con Ranieri che manda in campo Lapadula per Petagna, ma soprattutto con un Chiesa più attivo nella fase offensiva e più desideroso di diventare protagonista della partita. Il numero 7 bianconero prova per due volte la soluzione personale con due conclusioni da fuori area, la prima finisce tra le braccia del portiere cagliaritano, la seconda vola alta sopra la traversa. Per vedere il punteggio variarare è necessario aspettare il 60' con Bremer bravo a liberarsi della marcatura di Dossena e colpire di testa su un cross di Kostic da calcio di punizione, la deviazione aerea dell'ex Torino è perfetta e non lascia scampo a Scuffet. Dieci minuti più tardi arriva anche il raddoppio bianconero sugli sviluppi di un calcio d'angolo battuto ancora dal numero 11 serbo su cui Rugani è abile a farsi trovare sotto porta e dopo la prima respinta della traversa ha insaccato con un colpo efficace, per quanto stilisticamente rivedibile. Cinque minuti più tardi il Cagliari ha fatto valere anche le proprie qualità aeree trovando la rete del definitivo 2-1 con il centrale Dossena, abile a staccarsi dalla marcatura di Gatti per colpire di testa e interrompere la striscia di imbattibilità di Szczesny. Il gol realizzato ha dato nuovo coraggio alla formazione di Ranieri, ma il forcing finale non viene premiato con il pareggio, per quanto Dossena vada vicinissimo alla doppietta personale cogliendo un palo, ancora una volta di testa.

Per i bianconeri è arrivata dunque la quinta di fila, ancora una volta con uno scarto minimo che comunque non fa gioire pienamente Allegri vista la rete subita. Nella serie di sette risultati positivi il cortomusismo è elemento imperante: i bianconeri hanno realizzato 8 reti e subito solamente quella di ieri pomeriggio, per una differenza reti di +7 in altrettanti impegni. Questo trend è positivo e lancia un segnale forte a tutte le dirette concorrenti, ma ad un'analisi più approfondita fa sorgere qualche dubbio anche in casa Juventus. La produzione offensiva è tutt'altro che inarrestabile anche di fronte ad avversari sulla carta più modesti come Lecce, Verona e ieri Cagliari ed il bottino di 8 reti in 7 partite è quasi insufficiente, ma il dato che lascia ancora più perplessi è quello relativo ai gol che portano la firma degli attaccanti, solamente due ed entrambi segnati da Milik.

Nel filotto di vittorie positive non ci è traccia di zampate di Vlahovic, Chiesa o Kean, i giocatori offensivi da cui ci si attenderebbe una maggiore produzione in termini di reti. Se è vero che a Kean sono state annullate due reti contro il Verona è altrettanto vero che Vlahovic e Chiesa hanno attualmente un rendimento decisamente inferiore alle attese. Mentre difesa e centrocampo sono in emergenza per via delle numerose assenze, l'attacco è in emergenza per rendimento insufficiente. Ovviamente la colpa non è da far ricadere interamente sulle spalle dei giocatori più offensivi della Juventus, anche le scelte tattiche di Allegri pesano molto in questo senso: il tecnico ha fatto decisamente capire che per costruire una squadra vincente vuole ripartire dandole sicurezze offensive, chiedendo spesso agli attaccanti di essere i primi difensori. Tuttavia dopo la sosta ci sarà un impegno decisamente positivo che vedrà i bianconeri confrontarsi con l'Inter attuale favorita per lo Scudetto e se la Vecchia Signora vorrà fare uno scherzetto a Lautaro e soci dovrà necessariamente fare affidamento anche alle qualità di finalizzazione dei suoi uomini più avanzati.